Macchinisti con 20 anni di esperienza non vogliono essere “degradati” a tramvieri. Così si ammalano in massa e l’azienda è costretta a chiudere un’intera ferrovia. Succede a Roma, dove l’Atac, la municipalizzata dei trasporti, è stata costretta questa mattina a chiudere la linea Termini-Centocelle “per mancanza di personale”. “Dei 48 macchinisti in organico, cinque risultavano in riposo programmato, 37 hanno prodotto vari documenti giustificativi” e solo “6 si sono resi disponibili per il servizio”, ha spiegato l’azienda.

La ferrovia che percorre una parte di via Casilina, dalla stazione fino ad incrociare la prima fermata della metro C posizionata sulla consolare, secondo i progetti del Campidoglio dovrà essere trasformata in un tram da prolungare fino all’università di Tor Vergata, nella periferia est della città. I macchinisti, molti dei quali da anni guidano vetture risalenti agli anni ’20 e ’30 del ‘900 – quando la linea fu istituita – da tempo chiedono il trasferimento sulle metro A e B, un “salto di qualità” che l’azienda sin qui gli ha sempre negato.

Negli ultimi giorni il cosiddetto “casus belli”. Il nuovo personale assunto da Atac, per via di un accordo sindacale con le sigle Cgil, Cisl, Uil e Ugl, è stato indirizzato tutto verso le metropolitane, “scavalcando”, di fatto, le anzianità di servizio dei guidatori del “trenino”. “I ragazzi temono di perdere il posto – spiega Renzo Coppini, segretario regionale del sindacato Fast Slm – perché oltre a sentirsi esclusi, hanno paura che vi siano degli esuberi”. Non è solo questo. “Non ci sarebbe nulla di non dignitoso a fare il tramviere – chiarisce il sindacalista – è un altro lavoro che viene remunerato in maniera diversa, essendo quella del macchinista una qualifica superiore”.

L’Atac non ha preso bene quella che da più parti viene definito “sciopero bianco”, pratica che nel “luglio nero” del 2015 mise in seria difficoltà la città e l’allora sindaco Ignazio Marino. Nonostante l’arrivo della linea C, il “trenino giallo” trasporta ancora 6,7 milioni di passeggeri l’anno. La municipalizzata ora spiega che “farà tutto quanto è consentito dall’ordinamento per sanzionare eventuali comportamenti che dovessero risultare non coerenti con quanto previsto da leggi e regolamenti”.

Domani ci sarà l’incontro fra le sigle sindacali autonome e l’assessore capitolino alla Mobilità, Pietro Calabrese, per provare a trovare una mediazione. In generale, si tratta di un nuovo motivo di lamentela per gli utenti del trasporto pubblico romano, già alle prese con i guasti alle scale mobili delle fermate metro, fra cui quelle della centralissima stazione Barberini, riaperta proprio stamane dopo 319 giorni, ma soltanto in uscita.

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Lavoro, Italia verso il “buco nero”: “In dieci anni perderà un lavoratore su tre nella fascia di età che dovrebbe trainare la crescita”

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