A terra sono rimasti Dall’Oglio, Secchiari e Pantani. Una Jeep contromano li ha appena sbalzati dalle loro biciclette durante la Milano-Torino, una classica italiana di secondo livello che si corre al termine della stagione. Protagonista al Giro d’Italia e al Tour de France, Pantani ha deciso di partecipare a quella gara minore con l’intento di tenersi in allenamento prima della sosta invernale.

È il 18 ottobre 1995 e Pantani è a terra, cerca di rialzarsi ma non ci riesce. La gamba è fratturata in maniera scomposta. Operato d’urgenza al Cto di Torino, per Pantani la fine della carriera sembra vicina. Nessuno è pronto a scommettere su una completa guarigione del romagnolo. Invece il Pirata si rimette in piedi lentamente. Con abnegazione e sacrificio, comincia a lavorare incessantemente tra sedute di fisioterapia e palestra. Sei mesi dopo Pantani riprende la preparazione in bicicletta. Troppo tardi per la stagione 1996.

Quando torna alle competizioni nel 1997, il mondo del ciclismo vive una fase di profondo cambiamento. Gianni Bugno e Claudio Chiappucci sono ormai al crepuscolo della loro carriera ciclistica (entrambi si ritireranno nel 1998), mentre Miguel Indurain ha annunciando l’addio alle competizioni al termine del 1996. Il ciclismo è alla caccia di nuovi protagonisti e Marco Pantani raccoglie il testimone. La caduta del Giro 1997 che lo costringe al ritiro è solo un piccolo incidente di percorso. Il ciclismo sarà suo per due anni, fino a quel 5 giugno 1999.

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