Forse la vittoria più emozionante della carriera di Marco Pantani. Non tanto per il prestigio della tappa, quanto per il significato che quel trionfo ha per il Pirata. L’urlo con cui celebra sotto il traguardo quella 13a tappa del Tour de France ha la valenza di una rinascita sportiva. Quasi due anni prima, infatti, una macchina lo aveva atterrato durante la Milano-Torino, spezzandogli una gamba e costringendolo a una lunga riabilitazione durata un anno e mezzo. Quell’Alpe D’Huez diventa così l’occasione per trovare risposte importanti e per mostrare a se stesso e alla gente di poter essere ancora il ciclista ammirato nel biennio 1994-1995.

Pantani attende le prima rampe dell’ascesa e poi comincia a imporre un ritmo sempre più elevato agli avversari. Allungo, tornante e ancora allungo. Ad ogni curva si alza sui pedali e rilancia l’azione, aumentando la frequenza della pedalata. Lentamente Pantani scava il solco sui rivali, incapaci di stargli a ruota. Il primo a staccarsi è Bjarne Riis, campione dell’edizione 1996 del Tour. Poi la “maglia a pois” Richard Virenque. L’ultimo a cedere all’azione del romagnolo è la maglia gialla Jan Ullrich, alla fine secondo con 47 secondi di ritardo. Virenque giunge dopo un minuto e mezzo. È la prima vittoria di Pantani con la Mercatone Uno, la nuova squadra voluta fortemente dal ds Luciano Spezi, ex ciclista negli anni di Coppi e Bartali nonché una delle persone che più crede nelle potenzialità di Pantani. Due giorni dopo il Pirata concede il bis nella tappa di Morzine, fondamentale per concludere al terzo posto la corsa francese.

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