Televisione

Sanremo 2020, quando Rula Jebreal e Rita Pavone diventano un caso politico: ecco cosa è accaduto

Da una parte la presenza di Rula Jebreal tra le donne della kermesse, dall'altra quella in gara tra i big di Rita Pavone. La giornalista salirà sul palco dell'Ariston, la decisione è arrivata nel pomeriggio dopo un vertice a tre tra l'ad Salini, la direttrice di Rai1 De Santis e il direttore artistico della kermesse Amadeus. La polemica era esplosa dopo la notizia diffusa da Dagospia lo scorso 30 dicembre

di Giuseppe Candela

Non sono solo canzonette, quando manca meno di un mese la 70° edizione del Festival di Sanremo continua a occupare la scena mediatica. Da una parte la presenza di Rula Jebreal tra le donne della kermesse, dall’altra quella in gara tra i big di Rita Pavone. La giornalista palestinese con doppio passaporto israeliano e italiano salirà sul palco dell’Ariston, la decisione è arrivata nel pomeriggio dopo un vertice a tre tra l’ad Salini, la direttrice di Rai1 De Santis e il direttore artistico della kermesse Amadeus. La polemica era esplosa dopo la notizia diffusa da Dagospia lo scorso 30 dicembre, il sito aveva raccontato dell’incontro tra il conduttore e la giornalista in un hotel a Milano con la successiva proposta sanremese.

L’ipotesi aveva scatenato i “sovranisti” e alcuni giornali riconducibili al centrodestra. “Una prezzemolina cosmopolitca del pensiero unico”, aveva scritto Il Giornale, duro il commento di Daniele Capezzone, ex radicale e ora giornalista de La Verità: “Mi par di capire che con i soldi del canone Rai Rula Jebreal potrebbe essere incaricata a Sanremo di spiegarci quanto le facciamo schifo. Se poi qualcuno si lamenterà sui social, seguiranno accuse di: razzismo, sessismo, machismo. Pure nel 2020 ci avete già rotto i c*****”. Da lì l’indiscrezione del Corriere della Sera sul raffreddamento della trattativa e l’ipotesi di vedere sul palco dell’Ariston la Jebreal intervistare Michelle Obama oppure Oprah Winfrey, considerando anche i cachet proibitivi dell’ex first lady e del volto televisivo americano.

L’incontro era stato confermato da Amadeus a Repubblica, lo stesso quotidiano aveva ha annunciato lo stop alla trattativa da parte della Rai per una “questione di opportunità politica”. Indiscrezione, non confermata ma nemmeno smentita, che aveva creato nuove reazioni social, molte delle quali politiche. “Siamo in un paradosso: non si vuole trasformare in tribuna politica il Festival di Sanremo, ma si opera una scelta di ‘esclusione politica preventiva‘. Detta anche censura”, aveva scritto su twitter il ministro per lo sviluppo economico Stefano Patuanelli del Movimento 5 stelle. Il grillino Primo Di Nicola, componente della commisione di Vigilanza Rai, aveva usato un tono differente: “Con il governo e il Parlamento alle prese con problemi epocali, crisi aziendali ed emergenza lavoro, con una guerra alle porte, vedere politici e ministri intromettersi negli affari interni della Rai è veramente sgradevole. Per favore, pensate a lavorare. E lasciate al servizio pubblico la possibilità di fare finalmente in libertà il proprio mestiere. Per una valutazione obiettiva ci sarà sempre tempo. In tempi e luoghi deputati”, aveva scritto su Facebook il senatore pentastellato.

Italia Viva aveva indirizzato i suoi attacchi alla Lega: “Dieci donne a Sanremo 2020 ma non Rula Jebreal. Nessuno spazio ad una nuova italiana di successo. Nella narrazione sovranista stona e anche parecchio. La Rai, la tv pubblica, si piega al diktat di Salvini. Credo sia semplicemente vergognoso. Ho deciso di portare il caso in vigilanza Rai ed intanto denuncio pubblicamente un’autentica discriminazione di Stato. Non possiamo stare zitti”, aveva affermato il capogruppo al Senato, Davide Faraone. Salvini aveva rispedito a stretto giro le accuse al mittente: “Ma con tutti i problemi che ho mi occupo di Sanremo e delle conduttrici di Sanremo? Invitino chi vogliono, è l’ultima delle mie preoccupazioni onestamente“.

Alla lista si erano aggiunti commenti a favore delle Jebreal, a sorpresa di Vittorio Feltri e Vittorio Sgarbi ma anche quelli più prevedibili di Laura Boldrini, Tiziana Ferrario, Gabriele Muccino ma anche degli esponenti del cda Rai Rita Borioni e Riccardo Laganà. “Sabato scorso mi hanno telefonato pregandomi di fare io il passo, di rinunciare spontaneamente. Mi sono rifiutata. Gli ho mandato un messaggio scritto: se volete censurarmi dovete essere voi ad assumervene la responsabilità. Evidentemente qualcuno si è spaventato che venisse offerta una ribalta a italiani nuovi, a persone diverse come me che appartengono a un’Italia inclusiva, tollerante, aperta al mondo, impegnata in missioni di dialogo e di pace”, ha dichiarato la Jebreal a Repubblica in un’intervista rilasciata a Gad Lerner. La giornalista naturalizzata italiana interverrà sul palco dell’Ariston molto probabilmente con un monologo sulla violenza contro le donne, resta ancora da capire in quale serata andrà in onda. Se sulla Jebreal gli attacchi arrivavano soprattutto sul fronte sovranista discorso opposto per la cantante Rita Pavone che figura tra i 24 big in gara. Con 26 album all’attivo e 60 anni di carriera tornerà per la quarta volta sul palco dell’Ariston dopo 48 anni con il brano “Niente (resilienza 74)”. Una presenza che ha scatenato numerosi commenti sui social, accusata appunto di simpatie sovraniste. Ma c’è anche ricorda il tweet contro Greta Thunberg (“Quella ‘bimba’ con le treccine che lotta per il cambio climatico non so perché ma mi mette a disagio. Sembra un personaggio da film horror”) e l’attacco ai Pearl Jam (“Ma farsi gli affari loro no?”) dopo che la band aveva concluso il concerto di Roma intonando “Imagine” a favore dei migranti.

“Rita Pavone. Rita. Pavone”, ha twittato, dopo l’annuncio di Amadeus, incredulo il rapper Frankie hi-nrg. Il suo nome finisce in tendenza su Twitter e le battute si sprecano: “Ne ha collocati più il sovranismo che il reddito di cittadinanza”, aggiune un altro. E poi ancora: “Rita Pavone canterà ‘Niente’ a #sanremo2020. Testo di Mario Giordano, musica di Povia”. L’artista è stata però vittima anche di attacchi violenti, ingiustificabili, sulla sua fisicità.

La presenza della Pavone a Sanremo ha invece entusiasmato Cristiano Malgioglio: “Rita Pavone a Sanremo? Meraviglioso. Artista che amo molto. Una vera numero uno”. La collega Fiordaliso l’ha difesa dai numerosi attacchi: “Non capisco questo linciaggio di Rita Pavone. A volte (e sottolineo a volte), io non sono d’accordo con lei. Ma Sanremo non è politica, abbiate pazienza. Lei è una delle più grandi artiste italiane. O avete la memoria corta? Io sono contenta che partecipi.”

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