“Bisogna dare i premi Nobel a chi li merita veramente, non a una cittadina molto più semplice come sono io. Lasciamo i Nobel ai Nobel”. Così la senatrice a vita Liliana Segre ha commentato la proposta di candidarla al Nobel per la Pace avanzata dal sindaco Pd di Pesaro, Matteo Ricci, e sposata da diversi esponenti politici e istituzionali tra cui il segretario dei dem Nicola Zingaretti e i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico ed Elisabetta Casellati.

“Gli odiatori, i critici, li ignoro. Scelgo sempre di prendere la parte positiva, quella che in ognuno di noi c’è, quella che prendo sempre ad esempio”, ha spiegato la senatrice a vita, sopravvissuta ai campi di sterminio. “Quando parlo con gli studenti non parlo mai di cose negative, parlo sempre di forza, ottimismo, speranza di andare avanti – ha aggiunto – E se parlo così da nonna vuol dire che lo sento, perché sono una nonna”.

“L’Italia – aveva spiegato il primo cittadino di Pesaro, tra gli organizzatori della marcia dei 600 sindaci con la Segre a Milano – attraverso i sindaci si è ritrovata unita attorno a Liliana Segre e alla sua battaglia culturale e di futuro”. La senatrice a vita, aveva aggiunto Ricci, è diventata “un simbolo, una rappresentazione autorevole della Repubblica e della Costituzione. La piazza di Milano è andata al di là delle aspettative sia per le presenze, che per il senso di comunità che ha trasmesso”.

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