“Ci avete mollati, ci avete lasciati al massacro. Ci avete venduti, questo è immorale“. Il generale Mazloum Kobani Abdi, il leader militare dei curdi siriani, parla così al vice inviato speciale americano per la coalizione contro l’Isis, William Roebuck. Parole riportate dalla Cnn e pronunciate nel corso di un incontro avvenuto lo scorso giovedì. “Devo sapere se siete in grado di proteggerci perché se non lo siete devo fare un accordo con la Russia e il regime e invitare i loro aerei a proteggerci”, ha detto. E in un comunicato letto davanti ai giornalisti, le Forze democratiche siriane hanno attaccato e allo stesso tempo lanciato un appello agli Stati Uniti. “I nostri alleati ci avevano garantito la loro protezione”, invece “ci hanno abbandonati con la loro ingiusta decisione di ritirare le loro truppe alla frontiera turca”, hanno detto Le Forze democratiche siriane, lanciano un appello agli Stati Uniti, I curdi chiedono quindi agli Usa di “assumersi le proprie responsabilità morali” e di “rispettare le promesse” dopo aver accusato Washington di averli abbandonati davanti all’offensiva delle truppe turche. Intanto le notizie che arrivano dal nord della Siria parlano di combattimenti violenti, di almeno 10 civili che sono stati uccisi stamane nei bombardamenti e di quasi 200mila sfollati.

E mentre prosegue il conflitto, il Pentagono commenta l’attacco messo a segno dalle forze turche impegnate nell’offensiva contro i curdi nel nord della Siria, che hanno bombardato “per sbaglio” uomini delle forze speciali americane presenti nell’area. “Erdogan sapeva che in quell’area c’erano truppe americane“, ha fatto sapere Brook Dewalt, un portavoce della Difesa americana. Fortunatamente, ha sottolineato ancora il Pentagono, nessun soldato è rimasto ferito ma la postazione è stata comunque evacuata temporaneamente per motivi di sicurezza. Intanto la Germania – seguendo l’esempio di Olanda, Norvegia e Finlandia – ha deciso di bloccare l’export di armi alla Turchia. Una scelta che il segretario Pd Zingaretti ha sollecitato anche per l’Italia.

La roccaforte di Ras al-Ain e gli sfollati – L’Osservatorio siriano per i diritti umani, che ha dato conto delle vittime morte stamattina, precisa che la città di Ras al-Ain, principale obiettivo dell’offensiva turca, non è stata del tutto conquistata dai militari di Erdogan. Il ministero della Difesa turco aveva però annunciato il contrario e rivendicato “il controllo della zona residenziale” della città, roccaforte dell’alleanza curdo-araba delle Forze democratiche della Siria (Fds). La località si trova nel governatorato siriano di Hasakah, al confine tra Siria e Turchia. Sarebbero ormai quasi 200mila gli sfollati nel nordest della Siria, dove da quattro giorni vanno avanti le operazioni militari della Turchia e dei ribelli siriani alleati. E secondo le autorità curde gli sfollati sono più di 191mila, mentre ieri le Nazioni Unite parlavano di circa 100mila persone costrette ad abbandonare le proprie case dall’inizio dell’offensiva.

L’avvertimento degli Usa alla Turchia – “L’esplosione è avvenuta a poche centinaia di metri da un sito all’esterno della zona del ‘meccanismo di sicurezza’, in un’area in cui i turchi sapevano della presenza delle forze americane“, ha sottolineato Dewalt, mettendo poi in guardia la Turchia dall’evitare azioni che possano tradursi in una immediata azione di difesa americana. Il Pentagono ha poi aggiunto di continuare ad essere contrario “all’avanzata militare della Turchia in Siria e soprattutto si oppongono alle operazioni turche al di fuori della zona del ‘meccanismo di sicurezza’”, ha concluso il Pentagono. A essere colpita è stata una compagnia formata da 50 a 100 uomini. I soldati stavano operando sulla collina di Mashtenour, nella città di Kobane, e sono stati raggiunti da colpi di artiglieria sparati dalle postazioni turche.

La notizia dell’attacco è arrivata nel quarto giorno di operazioni della Turchia nel nord della Siria, dove mercoledì è scattata la terza offensiva turca dal 2016. Il ministero della Difesa di Ankara ha chiarito che i militari turchi non hanno aperto il fuoco contro le truppe americane e ha precisato che “il fuoco è cessato a seguito della questione che ci è stata segnalata dagli Usa“. Ankara ha confermato un intervento dei suoi soldati in risposta a un attacco contro un suo avamposto militare a sud della città turca di Suruc, precisando che sono 415 i “terroristi neutralizzati” dall’inizio dell’”operazione fonte di pace”. Si tratta, secondo il ministero, di miliziani delle Ypg, le Unità di protezione del popolo curdo che Ankara considera al pari dei gruppi terroristici. Nello stesso attacco, tre civili sono morti nel sudest della Turchia a causa dei colpi di mortaio lanciati dalla Siria: a sparare, sostengono fonti turche, sono stati proprio i miliziani delle Ypg. Intanto oggi è in programma una riunione di emergenza dei ministri degli Esteri della Lega Araba al Cairo per discutere la situazione. Una nota dell’organizzazione panaraba descrive l’intervento turco in Siria come un’”aggressione”, a richiedere la riunione è stato l’Egitto.

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