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Il Giglio magico e gli amici del babbo - 3/12

Gli scoop del Fatto pochi giorni prima del Natale 2016; da allora tre anni di indagini, tentativi di delegittimarle, presunti complotti e un'unica verità giudiziaria: la fine della vicenda la scriverà un processo
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Il Giglio magico e gli amici del babbo

27 dicembre 2016 – Lotti sentito dai pm
Un’ora e mezza per respingere le accuse e ribadire di non avere mai saputo di inchieste della Procura di Napoli sulla Consip. Lotti è statosentito oggi pomeriggio dai pm romani. Il Fatto pubblica la ricostruzione della deposizione, gli altri giornali e i tg praticamente tacciono. A coinvolgere il ministro è stato l’amministratore di Consip Luigi Marroni, che sentito come persona informata sui fatti dai pm di Napoli ha affermato di avere saputo notizie su una indagine in corso dal presidente di Consip, Luigi Ferrara, da Lotti e da Saltalamacchia. Stando alle parole di Marroni i tre lo avrebbero messo in guardia sull’attività di indagine. Una ricostruzione totalmente respinta da Lotti. A recarsi spontaneamente negli uffici di piazzale Clodio, il 23 dicembre scorso, è stato il generale Del Sette. Rispondendo alle domande del pm Mario Palazzi il numero uno dei carabinieri ha respinto le accuse e secondo i suoi legali ha “chiarito l’infondatezza” delle notizie, “gravemente lesive della sua dignità”.

16 febbraio 2017 – Indagato Tiziano Renzi
Concorso in traffico di influenze. È questo il reato contestato a Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del consiglio Matteo, indagato dalla procura di Roma nell’inchiesta sugli appalti in Consip. In mattinata i carabinieri gli hanno notificato nel comune di residenza, a Scandicci, in Toscana, un invito a comparire convocandolo a piazzale Clodio per l’interrogatorio. “Ammetto la mia ignoranza ma prima di stamattina – ha commentato il padre dell’ex premier – neanche conoscevo l’esistenza del reato di traffico di influenze che comunque non ho commesso essendo la mia condotta assolutamente trasparente come i magistrati, cui va tutto il mio rispetto, potranno verificare”. L’iscrizione nel registro degli indagati di Tiziano Renzi deriva dai contatti avuti con Alfredo Romeo, rapporti su cui i pm vogliono vederci chiaro. I magistrati intendono anche approfondire i rapporti tra il padre dell’ex premier e l’imprenditore toscano Carlo Russo, coinvolto nell’inchiesta Consip e in contatto con Romeo. Agli atti dell’indagine anche decine di intercettazioni telefoniche acquisite nel filone napoletano dell’inchiesta tra Romeo e l’ex deputato Italo Bocchino, “consulente” dell’imprenditore: secondo i pm di Napoli l’esponente politico avrebbe dato, come si legge in un recente decreto di perquisizione, “indicazioni a Romeo su quando e come pagare e su come compiacere i rappresentanti della ‘cosa pubblica’ con denari e altre utilita’”. Circostanza seccamente smentita da Bocchino.

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