“+++Tiziano Renzi indagato a Roma+++”. Il flash d’agenzia irrompe nelle redazioni giovedì sera, poco dopo le 19:40. Lo battono e ribattono e i siti la riportano con i primi dettagli e i contorni della vicenda rivelata dal Fatto Quotidiano. La palla dell’informazione passa poi ai telegiornali della sera che la prendono e la infilano come possono, leggendo giusto la velina e nulla più. Nessuno ci titola e pochi dedicano più di 10 secondi. L’indomani ci si sarebbe aspettati però un fiume in piena sui quotidiani nazionali. E invece la notizia quasi galleggia in un rivolo di parole da cercare col bastone da rabdomante. Ecco alcuni esempi di come è stata trattata.

La Stampa, per dire, non titola neppure in prima pagina, dove trovano però posto quelli sulle ultime imprese di Beppe Fiorello, Ligabue e Laetizia Casta. Non c’era posto, forse. Repubblica riserva a Renzi senior la metà di un catenaccio sotto il titolo d’apertura sui problemi interni del Pd: “Consip, indagato il padre dell’ex premier”. Sotto, un approfondimento poco visibile: “I sospetti dei pm su Tiziano Renzi”, rimando a pagina 6. Va comunque detto che ieri, 16 febbraio, il sito Repubblica.it è stato il primo a lanciare la notizia in ultima ora. Sul Corriere della Sera la notizia in prima c’è ma su due colonne appena, bassa e sovrastata dalla vignetta di Giannelli. All’interno però si recupera con un’intervista di due pagine al figlio dell’indagato e cioé il segretario Pd Matteo Renzi: tanto Pd, primarie, congresso. Aldo Cazzullo gli pone 20 domande sui tormenti del segretario e del partito sull’orlo della scissione. Ma ecco che finalmente arriva quella sull’indagine a carico del padre. Casualmente l’ultima delle venti: se metti lì il pollice per girare la pagina neppure la vedi. A meno che non arrivi poi alla pagina 9 dello sfoglio. E in ogni caso è pure la domanda sbagliata, visto che il giornalista non chiede se qualcuno nei mesi scorsi lo avesse messo al corrente dell’indagine. Interrogativo quasi obbligatorio: come noto il ministro Lotti è indagato per una presunta fuga di notizie  in seguito alla quale alla Consip vennero scoperte le microspie piazzate dai carabineri.

A colpire di più però è il poco spazio riservato nei tg della sera. La notizia non compare nei titoli d’apertura. Sulla prima rete si dà conto dei taxi, delle tensioni nel PD, della terza polizza alla Raggi e tanto altro. Ma quella notizia che da tre quarti d’ora campeggia su tutti i siti arriva in pochi secondi come nulla fosse. Nella maggior parte dei casi è un foglietto allungato al conduttore con tre righe in croce buttata tra un servizio e l’altro. Sul Tg1 e non solo ci sono però lunghi ed esaustivi servizi su un’altra inchiesta, quella del Petruzzelli di Bari, che ha il pregio di vedere tra gli otto indagati la semisconosciuta Antonella Rinella, che viene ritratta con la foto e la sottolineatura che fu capo di gabinetto nella giunta comunale guidata da Michele Emiliano, solo casualmente candidato a scippare la leadership del Pd a Renzi. Pace, c’era il tempo per lei e non per il padre dell’ex premier e segretario Pd. Fa eccezione Mentana che dell’indagine parla nell’anteprima e poi con dovizia di particolari durante la conduzione. Gli altri trovano solo minuti contati, così come i titoli dei quotidiani del giorno dopo.

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