Lo avevano fermato per un controllo casuale, pura routine, in piazzale Lugano, a Milano. Ma quando i due agenti della Polizia Locale si sono avvicinati lui ha detto: “Sono stato io a farlo”. Sono maturati così la confessione e il fermo di un marocchino di 45 anni che, mercoledì pomeriggio, si è autoaccusato dell’omicidio della sua compagna, il cui corpo è stato infilato in un sacco a pelo e nascosto in un’area boschiva vicino a Lomazzo, nel Comasco.

L’uomo era stato bloccato nel corso di controlli antidroga dagli agenti del Nucleo contrasto stupefacenti, che non sapevano nulla della morte della sua compagna. Ma ha pensato di essere stato incastrato e ha quindi pronunciato quelle frasi che hanno spinto i poliziotti a chiedere a cosa si riferisse e ha confessato di aver maltrattato e ucciso la donna. Il marocchino ha accompagnato gli agenti, a cui si sono aggiunti quelli dell’unità investigazione, sul luogo dell’occultamento. Al momento il 45enne è in stato di fermo nella caserma dei carabinieri di Cantù.

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Milano, uccide la compagna di 26 anni e tenta il suicidio. Salvato, confessa ai pm: “Sono stato io”

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