È il decimo giorno a bordo per i naufraghi salvati dalla nave dell’Ong Open Arms. L’imbarcazione spagnola il primo agosto ha soccorso nelle acque del mediterraneo 121 migranti, altri 39 invece quelli fatti salire ieri, recuperati in acque maltesi e raggiunti grazie a una segnalazione di Alarm Phone. Malta ha fatto sapere alla Ong spagnola di essere disponibile allo sbarco degli ultimi 39, ma non degli altri. Una scelta definita “inammissibile” dalla Ong che prima di salpare stazionava a circa 30 miglia dalla costa di Lampedusa.

Intanto, le condizioni dei 121 migranti, si stanno mano a mano aggravando tanto che oggi l’equipaggio ha chiesto di far scendere tre passeggeri a causa delle precarie condizioni di salute per “emergenza medica”: una donna di 32 anni con sospetto tumore al cervello, una di 28 che ha la polmonite e un ventenne che potrebbe essere affetto da tubercolosi.

“Decimo giorno a bordo, una caldissima domenica di agosto. Resistiamo, abbiamo 160 motivi per farlo. 160 esseri umani che hanno il diritto di sbarcare in un porto sicuro. Vergogna Europa”, si legge sul profilo twitter della Ong.

Una situazione, come ha ricordato Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana oramai “insostenibile”. “È una situazione insostenibile che 160 esseri umani da 10 giorni sulla nave Open Arms, e oltre 250 naufraghi sulla nave Ocean Viking siano bloccati in mezzo al mare con questo caldo torrido per i capricci di un ministro che fra poco non sarà titolare del Viminale e che continua a istillare odio e menzogne durante la sua continua campagna elettorale (a spese degli italiani) sulle spiagge del nostro Paese”, ha affermato il politico. Venerdì a bordo dell’imbarcazione è salito anche l’attore e attivista Richard Gere che si è detto preoccupato per le condizioni dei migranti a bordo, ma soprattutto per i risvolti che potrà avere il Decreto sicurezza bis.

E ferma in mare c’è anche l’Ocean Viking, nave della Ong Sos Mediterranée e di Medici Senza Frontiere. L’imbarcazione oggi ha fatto salire un altro gruppo di migranti, circa 80 persone naufragate al largo della Libia con un gommone. “L’operazione è avvenuta in acque internazionali – si legge in un tweet di Sos Mediterranée – Ora sono 251 le persone a bordo”. Al capitano è già stato notificato il divieto di ingresso in acque italiane. Intanto il governo ha inviato anche una nota verbale all’ambasciata della Norvegia, visto che la nave batte bandiera di quello Stato, in cui si sottolinea che l’Italia “non ha in alcun momento assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso” e che, in ogni caso, il recupero dei migranti è avvenuto “ben al di fuori della zona sar di responsabilità italiana”.

Intanto continua la querelle sulla richiesta di chiarimenti formulata dal Garante dei Detenuti Mauro Palma sulla Open Arms. Per i sottosegretari Stefano Candiani, Nicola Molteni e Jacopo Morrone, il Garante è andato “oltre le proprie competenze e si è stizzito quando gli sono stati chiesti lumi sullo stipendio” e annunciano: “Chiederemo che la somma venga pubblicata con la rilevanza che merita”. Stefano Anastasìa, portavoce della Conferenza dei Garanti ha espresso “solidarietà” a Palma definendo “pretestuosa” la polemica “rinfocolata oggi dai sottosegretari leghisti”.

Anche il presidente della Conferenza episcopale italiana, Gualtiero Bassetti, ha commentato la situazione delle due imbarcazioni. “Prima gli italiani ma deve venire prima chi ha bisogno – ha detto il cardinale – Non possiamo non accogliere chi cerca aiuto abbiamo il dovere di mettere al primo posto il rispetto della vita e della dignità delle persone”.

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