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Riccione, “stereotipi, omofobia e doppi sensi”: polemiche per il film di Rai Pubblicità sulla città romagnola. Il Comune: “Non lo abbiamo patrocinato”

Le immagini e le situazioni descritte nel corto dall'ironia spinta, ambientato a Riccione appunto, non sono affatto piaciute ad alcuni utenti che hanno commentato negativamente su YouTube, ma soprattutto a Marco Tonti, presidente dell’Arcigay Rimini

di Andrea Conti

Mai come quest’anno la riviera romagnola è sotto le luci dei riflettori mediatici. Prima il ministro dell’Interno Matteo Salvini in consolle al Papeete Beach di Milano Marittima con le ballerine scatenate sull’Inno di Mameli e ora una polemica infuocata che ruota attorno al film web di 39 minuti “Riccione”, prodotto da Rai Pubblicità e dalla Durex.

Le immagini e le situazioni descritte nel corto dall’ironia spinta, ambientato a Riccione appunto, non sono affatto piaciute ad alcuni utenti che hanno commentato negativamente su YouTube, ma soprattutto a Marco Tonti, presidente dell’Arcigay Rimini. “Infarcito di luoghi comuni, omofobia e sessismo (…) – ha dichiarato – Un concentrato di macchiette, luoghi comuni, stereotipi, sessismo, omofobia, machismo, body shaming, condito con una recitazione penosa. Il personaggio gay è rappresentato beceramente come il solito stereotipo-macchietta molesto che ci prova con tutti, lancia sguardi allupati ai protagonisti ed oggetto continuo di disprezzo e infamie”. Inoltre Tonti sottolinea la presenza di “troppi cliché triviali: droga e sesso facile, sbronze epocali, doppi sensi. E Riccione che non ne esce proprio al meglio tra prostituzione, spaccio e operatori approfittatori: dai 45 euro per due lettini, ai 200 euro chiesti dal taxista per fare pochi metri”.

Arriva l’attacco anche ad uno degli “sponsor” del film. “Sbalorditivo che un’azienda come la Durex – conclude Tonti – abbia sponsorizzato un tale pezzo di cialtroneria. Peraltro non viene nemmeno suggerito l’uso del profilattico nelle prime scene dove uno dei protagonisti, ubriaco, avvicina una sex worker; almeno quello di proteggersi durante il rapporto sarebbe stato un messaggio utile”.

Inizialmente si pensava che dietro il corto ci fosse anche il sostegno del Comune, circostanza poi smentita dall’assessore al Turismo Stefano Caldari che getta acqua sul fuoco, come riporta Rimini Today: “Il film non ha ottenuto patrocini o sostegni particolari dall’Amministrazione Comunale. Il racconto non ha a che fare con l’immagine di Riccione sempre più spesso luogo e meta di attori, registi, giovani Youtubers che per conto di vari committenti, in questo caso Rai Pubblicità, la scelgono per dare vita a film, storie o cortometraggi. Rammarica e sorprende il crescendo di esternazioni emerse su un prodotto che aveva l’obiettivo, per la produzione, di divertire e far sorridere”.

Infine la replica di Rai Pubblicità: “Nella produzione non c’è nessun intento offensivo e sarebbe improprio creare collegamenti con temi e situazioni reali. Si tratta di intrattenimento nonsense di natura comica e di sottolineatura parodistica di luoghi comuni, che non rappresenta, ne ha mai avuto l’obiettivo di rappresentare in maniera realistica la città di Riccione“. Polemiche chiuse? Chissà, di certo il corto rimane ancora online e visibile.

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