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Toni Morrison morta a 88 anni: è stata la prima afroamericana a vincere il Nobel per la Letteratura

Voce anticonformista concentrata sull'identità degli afroamericani, si è spenta presso il Montefiore Medical Center a New York. Oltre al riconoscimento dell'Accademia di Svezia, ha vinto anche il Pulitzer nel 1988 con 'Amatissima', romanzo nel quale una madre decide di uccidere la sua bambina per salvarla dalla schiavitù

di F. Q.

Le sue opere hanno dato forma alle sofferenze e alla discriminazione dei black american ed è stata la prima afroamericana a vincere il Nobel per la Letteratura nel 1993, riconoscimento che le è stato conferito per il suo uso del linguaggio e la sua “forza visionaria”. Toni Morrison, nata nel 1931 a Lorain, Ohio da una famiglia nera della classe operaia originaria dell’Alabama, è morta lunedì 5 agosto dopo una breve malattia mentre era ricoverata presso il Montefiore Medical Center a New York. “Toni Morrison è morta in pace la notte scorsa, circondata dalla sua famiglia e dai suoi amici”, hanno scritto in un comunicato i familiari dando l’annuncio della sua morte. “Nonostante la sua scomparsa rappresenti una perdita terribile, siamo grati perché ha vissuto bene e a lungo. Mentre vogliamo ringraziare tutti coloro che l’hanno conosciuta e amata, personalmente o attraverso i suoi lavori, chiediamo che venga rispettata la nostra privacy in questo momento di lutto”. Tanti a ricordarla sui social, incluso Barack Obama che in un post su Facebook accompagnato da una loro foto insieme alla Casa Bianca l’ha definita “tesoro nazionale”.

Il suo romanzo Amatissima, nel quale una madre decide di uccidere la sua bambina per salvarla dalla schiavitù, ha vinto il Pulitzer nel 1988, anno dopo la sua pubblicazione. Tra le sue opere ci sono anche L’occhio più azzurro, Jazz, Canto di Salomone. “Ho passato la mia vita da scrittrice cercando di assicurarmi che lo sguardo dominante nei miei libri non fosse mai quello di un bianco“, aveva detto in un’intervista citata da Npr. Dopo avere studiato inglese presso la Howard University e Cornell University, fece ritorno a Washington DC per insegnare e sposò Howard Morrison, architetto, dal quale ebbe due figli. Il matrimonio durò sei anni e nel 1965 si trasferì nello Stato di New York, dove iniziò a lavorare come editor. E a Syracuse, scrive The Guardian, si rese conto che il romanzo che voleva leggere non esisteva. Quindi iniziò a scriverlo lei.

“Avevo due bambini piccoli e vivevamo in un appartamento minuscolo”, aveva detto al New York Times nel 1979. “Ero molto sola. Scrivevo alla sera, quando i bimbi dormivano”. Quelle idee furono alla base de L’occhio più azzurro, il suo primo romanzo uscito nel 1970. Racconta la storia di una bambina di colore che desidera assomigliare ai bianchi e che vorrebbe avere gli occhi azzurri come Shirley Temple. Un tratto che – era convinta – l’avrebbe resa amata e accettata. Per Morrison però la scrittura era una “cosa privata”, tanto che nei cinque anni di che le servirono per la stesura del libro si trasferì a New York e iniziò a pubblicare libri di Angela Davis, Henry Dumas e Muhammad Ali, ma non parlò mai della sua attività di scrittrice ai colleghi. Nel 1973 pubblicò il suo secondo romanzo, Sula, in cui presenta il ritratto di due donne, una ribelle e una conformista, raccontando il loro percorso di crescita nel periodo della migrazione degli anni Quaranta, periodo che incise nei cambiamenti delle comunità dei neri.

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