Da qualche anno i romani ci avevano fatto l’abitudine. Ora Virginia Raggi ci ha messo un punto fermo, che rende queste regole permanenti. Fino a nuovo ordine, non sarà più possibile sedersi sui gradini della scalinata di Trinità dei Monti a piazza di Spagna. Nonché “bivaccare – quindi consumando cibi e bevande, ndr – arrampicarsi e sdraiarsi“. Il Campidoglio ha raccolto le recenti ordinanze sindacali per la tutela del decoro cittadino, che avevano una durata di massimo 12 mesi, nel nuovo Regolamento di polizia urbana. Si tratta di un atto votato in Assemblea capitolina che resterà permanente, almeno finché una nuova Assise non deciderà in futuro di rinnovarlo introducendo nuove normative o cancellandone altre.

All’articolo I del paragrafo “Convivenza civile e sociale” si legge che è fatto divieto di “arrampicarsi, sdraiarsi o sedersi su monumenti, reperti storici, pali dell’illuminazione pubblica, segnaletica stradale verticale, inferriate, fabbricati, muri di cinta e similari, alberi, nonché legarsi o incatenarsi ad essi”. Dove per “monumenti” è intesa ovviamente anche la celebre scalinata settecentesca del De Sanctis. Dal giorno dell’entrata in vigore del nuovo regolamento, ci sono almeno 8 vigili urbani che, a turno, presidiano l’area facendo alzare chiunque si sieda sui gradini, in particolare i turisti. Come spiega la stessa delibera, “la fattispecie introdotta riproduce la condotta illecita già sanzionata dalla superata ordinanza sindacale 93/2012“, firmata dall’allora sindaco Gianni Alemanno e “con il precetto imposto da questo comma si rende permanente il divieto di bivaccare e sedersi al di fuori degli spazi attrezzati“.

Oltre a smontare definitivamente un’abitudine che, specie fra i giovani romani, andava avanti da decenni, il comma del regolamento potrebbe avere effetti anche su altri comportamenti “illeciti” che il Campidoglio vuole correggere. Sedersi, ad esempio, sui cornicioni panoramici di alcune vedute storiche, come quelle del Pincio, del Gianicolo o del Giardino degli Aranci, così come sui gradini di alcune fontane storiche come quella del Bernini a piazza Navona. Moda più recente, ma già stroncata, quella dei famosi lucchetti degli innamorati apparsi – prima a Ponte Milvio e poi nel resto della città – in seguito al successo dei libri dello scrittore romano Federico Moccia: “E’ vietato apporre lucchetti e oggetti di qualsiasi altro genere su beni del patrimonio storico, archeologico, artistico o monumentale, elementi dell’arredo urbano, infrastrutture pubbliche”, si legge nel provvedimento.

Lo stesso regolamento introduce pene severe in chiave antiprostituzione, sia per i clienti che per chi si rende responsabile di “attività di meretricio”. Anche in questo caso sono perseguibili sia gli italiani che gli stranieri, con le multe notificabili nei paesi d’origine delle prostitute. Il comma di riferimento parla, in generale del divieto di “compiere atti o esporre in luogo pubblico oggetti e/o merci contrari al decoro, con caratteristiche, riferimenti ed immagini di tipo erotico-sessuale, nonché compiere in luogo pubblico, anche appartandosi, atti sessualmente connotati ed esplicite effusioni di natura erotico-sessuale”. E’ vietato, anche “svestirsi totalmente o parzialmente in luogo pubblico, in modo da rimanere nudi, seminudi, a torso nudo, in costume da bagno o in modo similare, fuori dagli stabilimenti balneari o dalle zone a ciò destinate”.

Infine, stringenti anche le norme relative ai rifiuti “di piccolissime dimensioni”. Il riferimento esplicito è ai mozziconi di sigaretta, per i quali è fatto divieto di gettarli “sul suolo, nelle acque e negli scarichi” e i fumatori “che non siano in possesso di posacenere portatili, devono obbligatoriamente conferire i mozziconi negli appositi contenitori (cassonetti per la raccolta differenziata). E’ anche vietato “utilizzare gli impianti o le attrezzature destinate al gioco dei bambini da parte di chi abbia superato il limite di età per il loro uso”, “lavare i veicoli mediante l’ausilio di fontane o fontanelle pubbliche e, in ogni caso, su suolo pubblico” ed esporre “in ogni forma, manifestini, autoadesivi e simili su beni pubblici o privati, pali dell’illuminazione pubblica, segnaletica stradale, alberi, veicoli, beni tutelati, patrimonio storico, archeologico, artistico o monumentale”.

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