Non si può più aspettare. Il Pd deve decidere una volta per tutte cosa fare da grande.

La realtà è sempre più evidente. Una parte della solita e vecchia classe dirigente non ha mai sopportato l’oggettiva forza politica di Matteo Renzi: ha sempre cercato di boicottarlo per la grande paura di perdere il famigerato controllo della ditta. Quando i soliti personaggi non potevano contrastarlo sono tranquillamente saliti sul carro di Renzi, senza nessun imbarazzo. E questo, è stato uno dei più grandi errori di Matteo: non aver fatto una vera rottamazione nei territori e nella solita classe dirigente. Da qui tutti i grandi problemi interni.

Uno stillicidio continuo fino a quando Renzi ha fatto il suo secondo errore politico: personalizzare il referendum costituzionale ed offrire su un piatto di argento ai suoi nemici – soprattutto interni – la sua testa. Gli avvoltoi non hanno perso occasione e si sono palesati in maniera vergognosa.

Ma diciamo la verità: in tutta questa vicenda, Renzi è solo la vittima. La vittima sacrificale di una intera generazione. È l’esempio plastico di quello che è sempre accaduto all’interno del Pd nei confronti di chi osava alzare la testa e non sottostare agli schemi della solita ditta. Generazione ben descritta dall’utimo libro di Anna Ascani.

Questa la verità. Questo quello che Renzi ha rappresentato per molti di noi: la speranza di una rottura completa con un modo autoreferenziale di fare carriera politica.

E i vecchi politicanti questo non potevano permetterlo. E la loro bramosia di potere si è vista con una estrema violenza. Mai un segretario nazionale, eletto due volte di seguito da milioni di elettori, è stato così tanto delegittimato e combattuto dalla minoranza interna del proprio partito. Mai vista una vergogna del genere. Il tutto a discapito del lavoro del governo Renzi e di tutto il lavoro che veniva fatto. La prova della enorme ipocrisia è racchiusa in alcuni nomi e cognomi che oggi sono contro Matteo, gli stessi che erano nel governo Renzi e oggi cercano di ritrovare una ennesima verginità rinnegando il recente passato.

Una indecenza. Nonostante tutto questo, Renzi si è sempre fatto da parte, assumendosi responsabilità non completamente sue. E rimanendo sempre nel Pd. Un grande sforzo di sopportazione. E credetemi, rimanere all’interno di un gruppo, di un partito o semplicemente all’interno di una famiglia e venire attaccato tutti i giorni dai tuoi ‘amici’ o “compagni non è facile. È frustante ma soprattutto in politica è assurdo. Perché ci si dimentica una cosa fondamentale. La politica si fa nell’interesse generale e non per quello personale. Di tutte queste beghe interne ai cittadini non interessa nulla. Dopo poco, giustamente, ti mandano al quel paese e non ti votano più.

Questo il quadro generale. E ancor oggi continua. L’ultima vicenda della lite sulle firme contro Salvini è emblematica. In una situazione politica assurda, dove il ministro dell’Interno ha trasferito la sede del Viminale in una discoteca, il meglio che può fare la segreteria di Zingaretti è nuovamente attaccare Renzi.

Francamente non se ne può più.

Ed allora, caro Renzi, è ora di capirlo una volta per tutte: la rottamazione va fatta fino in fondo. Basta Pd, non esiste più la condizione umana per andare avanti in questa maniera. Nelle migliori famiglie per andare avanti e tutelare i propri figli molte volte la soluzione migliore è la separazione. E in questo caso i figli sono i tanti elettori che sono stanchi e delusi. È il momento. Con serenità si chiude e si inizia una nuova vita e un nuovo percorso con persone nuove e idee aperte e fresche.

Ripartiamo dai tanti giovani emergenti e dalle loro competenze. Ripartiamo da donne forti, preparate e chiare come Anna Ascani. Apriamo una nuova fase di tranquillità dove si può pensare ai problemi e alle soluzioni per i cittadini e non a quelli del partito.

Basta perdere tempo. Ritorniamo a sorridere e creiamo un Partito di amici o quanto meno non di nemici interni.

Matteo Renzi, non è più tempo di tergiversare. Noi siamo pronti.

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