Affetto da sordomutismo ma impiegato al front office dell’ospedale di Senigallia. È quanto ha denunciato all’Unione nazionale dei consumatori un giovane lavoratore, di appena 34 anni, che dopo due anni di precariato è stato assunto a tempo indeterminato con la qualifica di operatore tecnico videoterminalista ai sensi della legge 68/1999. Collocato presso l’ufficio protocollo, il dipendente ha segnalato di aver dovuto più volte relazionarsi con il pubblico o rispondere al telefono, ruoli incompatibili con la grave ipoacusia bilaterale congenita da cui è affetto fin dalla nascita. Oltre il danno, poi, anche la beffa. La stessa Azienda sanitaria, infatti, gli aveva rilasciato un certificato di idoneità lavorativa “con l’espressa prescrizione di non adibirlo ad attività di front-office e/o di relazioni con il pubblico”. La notizia è stata diffusa dal legale dell’Unc Marche, Corrado Canafoglia, che ha definito la vicenda una “storia di ordinaria follia”.

“Questo ragazzo sta lì da un anno e mezzo. Sta all’ufficio reclami, quindi uno sportello aperto al pubblico e in più deve rispondere al telefono – spiega l’avvocato Canafoglia al fattoquotidiano.it – E addirittura sono in due in quell’ufficio con le stesse condizioni. Il terzo dipendente, poi, prende ogni settimana delle ore per assistere il figlio disabile”. Prima di arrivare alla richiesta formale di spostamento in un altro ufficio, il 34enne ha provato più volte a far presente il problema all’Asur, prima a giugno 2018 e poi nel febbraio 2019. “A luglio 2018 gli hanno riconosciuto l’idoneità come videoterminalista, ma non quella per le attività di front-office. Per questo ha chiesto di essere spostato, ma senza ricevere risposta. Tutte le richieste sono state mandate a sette o otto funzionari, superiori a lui di grado. Addirittura il sindacalista Cisl dell’ospedale ha reso noto il problema”, continua il legale. La collocazione, sottolinea Canafoglia, è problematica per il dipendente, per l’utenza e anche per l’azienda. “È possibile che tutto questo accada all’interno di un ospedale? Ma soprattutto è possibile che un ufficio dell’azienda sanitaria rilasci un certificato, prescrivendo che il giovane non venga adibito ad attività lavorativa con contatti con il pubblico ed un altro ufficio invece lo metta al front office? Il diritto a un lavoro dignitoso e all’inclusione di un disabile passa anche tramite la collocazione del dipendente in una mansione confacente alle sue caratteristiche – prosegue l’avvocato – È una storia inverosimile di un giovane affetto da sordomutismo che vuole lavorare, affrancarsi e vivere una normale quotidianità, pur con tutte le difficoltà, e vorrebbe non trovare ostacoli ulteriori da chi dovrebbe aiutarli ad eliminarli, l’azienda ospedaliera in primis”.

Dopo la denuncia l’Azienda sanitaria è subito corsa ai ripari. “Sulla collocazione di un operatore affetto da disabilità (sordomutismo) nelle funzioni di relazione diretta con l’utenza nella sede di Senigallia, l’Asur fa presente che il direttore dell’Area Vasta n.2 Giovanni Guidi si è attivato immediatamente per effettuare le dovute ispezioni, verifiche e accertamenti. A tal proposito, lunedì stesso (5 agosto, ndr), incontrerà il medico competente dell’azienda e l’ufficio affari generali, per la risoluzione della questione”, si legge in un comunicato.

“La nota dell’Asur ci lascia perplessi – conclude Canafoglia – Di fronte a una situazione di silenzio dicono di aver avviato un’indagine interna, ma nessuno ci ha comunicato nulla. Ci aspettavamo almeno di essere convocati”. La notizia, comunque, ha provocato sdegno e polemiche da parte dei residenti e non solo. “Chissà quanto avranno ragionato per giungere a questa conclusione: se ci pensavano meglio avrebbero potuto proporre una bella postazione al centralino…”, ha commentato il Comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia.

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