Gli avvocati di Christian Gabriel Natale Hjort, “l’altro” 19enne americano, accusato di concorso in omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, hanno presentato istanza al Tribunale del Riesame. Il tentativo è quello non solo di rivedere i capi d’accusa, ma anche di convincere i giudici che per il ragazzo italo-americano non è necessaria la custodia cautelare in carcere, magari probando a ottenere gli arresti domiciliari a casa del nonno o dello zio, nel comune di Fiumicino. L’avvocato difensore del primo, Fabio Alonzi, ha detto che il 19enne statunitense, che è stato bendato per alcuni minuti dopo il fermo, “è molto provato”. Il ragazzo, mercoledì, ha ricevuto la visita del padre Fabrizio Natale. Lasciando il carcere, l’uomo ha riferito che il figlio non sapeva che l’autore materiale (reo-confesso) dell’omicidio, il suo amico Finnegan Lee Elder, avesse con sé un coltello. Natale ha poi ribadito che il ragazzo “non riesce a darsi pace per quello che è successo”.

Intanto, stamattina c’è stato il faccia a faccia in procura tra il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, il pm Maria Sabina Calabretta, il comandante provinciale dei carabinieri Francesco Gargaro e il comandante del Nucleo investigativo Lorenzo D’Aloia. Inquirenti e investigatori hanno fatto il punto sull’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso con 11 coltellate nel quartiere Prati, a Roma, nella notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana.

Finnegan Lee Elder ha accoltellato il vicebrigadiere con un coltello militare che aveva portato con sé dagli Stati Uniti. “Non so cosa è successo. Sono convinto che a questo punto ci siano delle buone probabilità che nemmeno la polizia sappia cosa è successo”, ha detto il suo avvocato Craig Peters in un’intervista esclusiva all’inviato dell’Abc, che si trova a Roma per seguire al vicenda dei due giovani statunitensi.

“La famiglia attende di vedere il figlio. Sono devastati dal fatto che questa cosa sia accaduta qui”, dice ancora l’avvocato Peters. Quanto alla foto ripresa da Instagram che ritrae il giovane Finnegan Lee Elder a San Francisco, con in mano un coltello simile a quello usato per uccidere il vicebrigadiere dei carabinieri, il legale ne sminuisce l’importanza: “Il ragazzo aveva un coltello. Certamente, almeno a San Francisco, in America non è una cosa sorprendente. Le persone lo usano per protezione“.

Intanto, proseguono gli accertamenti dei magistrati anche sulle ore precedenti all’omicidio. L’esame dei turni consegnato a Piazzale Clodio e acquisito agli atti del fascicolo conferma che Cerciello Rega e il suo collega Varriale fossero effettivamente in turno quella sera, con pattuglia in borghese automontata da mezzanotte alle 6. L’elenco è informatizzato e gestito dalla Centrale operativa. Gli inquirenti hanno acquisito anche il registro presenze della stazione di piazza Farnese dove prestavano servizio i due carabinieri. Nei prossimi giorni, inoltre, Varriale potrebbe essere riascoltato dopo la testimonianza messa a verbale successivamente all’omicidio. Dopo aver acquisito i tabulati telefonici sarà dunque importante ricostruire con precisione i fatti dal momento del primo incontro, fino al furto e all’aggressione.

Al momento, i magistrati hanno ricevuto un documento preliminare dell’autopsia e si aspetta la perizia finale. Come già spiegato in conferenza stampa, risultano ferite laterali, a entrambi i fianchi, che hanno reciso parte dello stomaco del vicebrigadiere. Ciò che interessa di più nella chiave delle possibili aggravanti e capire le coltellate sono state inferte quando Cerciello Rega era a terra oppure se il vicebrigadiere è rimasto in piedi fino all’ultimo. Questo sarà possibile capirlo soltanto dall’analisi dei vestiti. Il colpo letale, comunque, è sicuramente quello inferto al cuore: in che ordine è avvenuto? E’ stata la prima o l’ultima coltellata quella “decisiva”? I Ris di Roma svolgeranno gli accertamenti ripetibili e irripetibili sui reperti fra il 6 e il 7 agosto.

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