“Fermate questo scempio, intervenite per evitare che i funerali del piccolo Alessio D’Antonio possano essere fatti da un amico di chi lo ha ucciso“. È l’appello di Paolo Borrometi, il giornalista siciliano sotto scorta dopo una serie di aggressioni e di minacce di morte da parte dei clan di mafia. Il cronista fa riferimento a quanto accaduto a Vittoria l’11 luglio, quando un pregiudicato che guidava ubriaco e drogato ha travolto due cuginetti di 11 e 12 anni nel centro del comune in provincia di Ragusa: un ragazzino è morto, l’altro ha perso entrambe le gambe ed è in gravissime condizioni. Il Comune di Vittoria (retto da un commissario straordinario dopo lo scioglimento della giunta per infiltrazioni mafiose) ha dichiarato il lutto cittadino, la Procura indaga anche sui tempi dei soccorsi, ma a tenere banco sono i funerali dell’undicenne, che si terranno domenica 14 luglio. Sulla cerimonia funebre o, meglio, su chi è stato chiamato a organizzarla, si concentrano le attenzioni di Borrometi: “Hanno affidato il funerale all’Agenzia funebre del delinquente Maurizio Cutello – ha scritto il giornalista su Facebook – Cutello era socio in affari con il capomafia Titta Ventura e con il figlio Angelo detto u checco e venne arrestato per questo. Lo stesso Angelo Ventura – ha spiegato il cronista – che è stato denunciato e che era nella macchina che ha ucciso il bimbo. Vi prego intervenite. Vittoria non può essere la città delle contraddizioni a tal punto”.

Nel frattempo, la Commissione straordinaria che attualmente gestisce il Comune di Vittoria, sciolto per mafia lo scorso anno, ha proclamato il lutto cittadino. I funerali si terranno alle ore 10,30 nella chiesa di San Giovanni Battista e saranno celebrati dal vescovo di Ragusa Carmelo Cuttitta. La Commissione straordinaria ha invitato tutti i cittadini ad osservare un minuto di silenzio e di raccoglimento in qualsiasi posto si trovino in memoria di Alessio. Intanto sabato sera è stata molto partecipata la veglia di preghiera e la successiva fiaccolata per ricordare Alessio e pregare per Simone. “La situazione è ancora grave, il piccolo è sempre in pericolo di vita e la prognosi resta riservata. Stiamo monitorando 24 ore al giorno le sue condizioni” ha detto Eloisa Grasso direttrice dell’Unità di terapia intensiva neonatale del Policlinico di Messina. Da ieri mattina il piccolo, che ha perso le gambe, quasi del tutto tranciate nel terribile impatto, è ricoverato al Policlinico di Messina dove è stato trasferito con in elisoccorso.

“È inaudito che la città sia ostaggio di chi è libero di circolare a questa velocità” ha detto il Commissario straordinario Filippo Dispenza, uno dei tre componenti della commissione che amministra in questo momento il comune. “Ci costituiremo parte civile nel processo contro Rosario Greco e gli occupanti del Suv che ha travolto i due bambini – ha annunciato – Lo facciamo a difesa della città e di tutti i cittadini. Ma anche per onorare Alessio, povera vittima innocente e fare sentire la nostra vicinanza alle famiglie coinvolte in questa terribile tragedia”. È previsto per lunedì in carcere, invece, l’interrogatorio di garanzia di Rosario Greco, 37 anni, accusato di omicidio stradale aggravato, di omissione di soccorso e di guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. L’uomo è difeso dall’avvocato Nunzio Citrella del foro di Ragusa. Pesante i capi di accusa a carico del figlio del ‘re’ degli imballaggi di Vittoria, non nuovo a certe scorribande in città rimaste impunite. La sera prima dell’incidente aveva avuto un alterco a Scoglitti con alcuni frequentatori di un esercizio pubblico. Gli altri tre occupanti del Suv Angelo Ventura, Alfredo Sortino e Rosario Fiore denunciati a piede libero per omissione di soccorso e favoreggiamento sono difesi dall’avvocato Italo Allia. Le indagini sono coordinate dal pm Andrea Sodani che ieri ha autorizzato la restituzione della salma di Alessio D’Antonio alla famiglia. La Procura di Ragusa, come detto, ha aperto un’inchiesta conoscitiva sui tempi d’intervento dei soccorsi ai due cuginetti. Come atto dovuto a loro difesa, è stato spiegato in Procura, sono stati indagati medico e infermiere di un’ambulanza per permettere loro di nominare, se lo riterranno, dei periti di parte e degli avvocati di fiducia.

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