Dopo quasi tre mesi dalle ultime operazioni di abbattimento, tornano le ruspe a Borgo Mezzanone, l’agglomerato abusivo accanto al Cara, il Centro richiedenti asilo, a pochi chilometri da Foggia. Nella giornata di giovedì 11 luglio sono state demolite trentacinque baracche abusive del ghetto dove vivono circa 1500 migranti. Con l’intervento di oggi è stato abbattuto circa il 25% delle baracche presenti nel ghetto. Tra le baracche al centro dell’operazione di oggi, 17 erano usate come abitazioni e ci vivevano 64 migranti. Secondo gli investigatori, all’interno si svolgevano anche attività commerciali abusive e in alcuni casi erano utilizzate per la prostituzione. Ai migranti regolari la Regione Puglia ha offerto alloggi alternativi, alcuni dei quali a San Severo, in provincia di Foggia, nei centri “Casa Sankara” e “Arena”.

Il ghetto “è occupato non solo da stranieri irregolari, dediti alla consumazione di attività di natura delinquenziale, ma anche da soggetti regolari che in assenza di alternative sono stati costretti ad occupare i manufatti abusivi”, si legge nel decreto di sequestro preventivo firmato dal gip del Tribunale di Foggia, Manuele Castellabate, su richiesta dei pm Paola de Martino e Giuseppina Gravina. “In assenza di una occupazione lavorativa – prosegue – molti di loro sono state vittime di una delle ultime forme di schiavitù, ossia l’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro nel periodo comprensivo tra i mesi di aprile e settembre, in cui si concentra maggiormente l’attività agricola del Tavoliere”. Nel decreto si fa esplicito riferimento al “ruolo di intermediario, assunto da alcuni stranieri, verso gli imprenditori agricoli, provvedendo personalmente a procacciare manodopera direttamente nel ghetto e percependo somme del tutto sproporzionate anche per il trasporto, peraltro in condizioni pericolose”.

Il blitz fa parte dell’operazione Law and Humanity, il cui nome, come avevano spiegato i pubblici ministeri, “vuole esprimere il convincimento sulla possibilità e doverosità di coniugare l’accoglienza dei migranti con il rispetto della legalità e della dignità umana”. Quello di oggi è il quarto della serie di interventi programmati dalla Procura di Foggia e dalla Prefettura, con l’obiettivo di un progressivo smantellamento dell’insediamento abusivo. Nelle prime due azioni, il 20 febbraio e il 26 marzo, erano state abbattute 21 baracche. Poi le ruspe sono tornate il 17 aprile, per demolirne altre 19, diciassette delle quali destinate ad abitazioni in cui vivevano 56 migranti, perlopiù africani; due manufatti erano comunicanti, utilizzati come case di prostituzione.

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