Le lettere di licenziamento sono partite poche ore dopo l’annuncio del piano di ristrutturazione di Deutsche Bank, arrivato domenica, che prevede 18mila tagli per effetto dell’abbandono delle attività di equity nell’area Asia e Pacifico e di una forte riduzione della presenza nel corporate e investment banking. I primi a riceverle, per una questione di fuso orario, sono stati i dipendenti delle sedi asiatiche, da Mumbai a Sydney. Lunedì mattina è stata la volta dei dipendenti impiegati a Londra, da dove il numero uno Christian Sewing ha tenuto una conference call. Secondo Bloomberg, diversi trader sono stati convocati dalle Risorse umane alle 8 per sentirsi comunicare che il loro badge sarebbe stato disattivato alle 11.

L’agenzia riferisce di “trader visibilmente scossi, alcuni dei quali in lacrime“, e riporta che più di qualcuno portando con sé la busta di bianca con i dettagli sulla liquidazione “si è diretto al vicino ristorante e bar Balls Brothers ed è stato visto trangugiare birra e prosecco”. Nella City il gruppo impiega attualmente 7mila persone specializzate nell’equity. Anche la sede di Birmingham con 1000 dipendenti in organico è a rischio tagli. “E’ un brutto momento per cercare un impiego alternativo”, spiegano dall’agenzia di ricerca lavoro del comparto Aubreck Leung, visto il periodo estivo e condizioni di mercato difficili.

Il titolo di Deutsche Bank, che aveva aperto la seduta in positivo, ora perde più del 5% scontando i dubbi degli investitori sugli obiettivi di redditività fissati dai vertici della banca tedesca. Con il piano, che prevede la creazione di una bad bank in cui confluiranno 74 miliardi in asset giudicati “rischiosi” e prodotti finanziari altamente speculativi, il Comitato di Sorveglianza cerca di invertire la rotta rispetto a una crisi che va avanti da anni e dopo il fallimento della fusione con Commerzbank auspicata dal governo tedesco. “Deutsche Bank gioca nella prima divisione e deve gettare le basi necessarie per restarci”, aveva detto in mattinata il ministro dell’Economia tedesco Peter Altmeier. Dal punto di vista strategico, l’istituto di Francoforte punterà sul retail bank, focalizzandosi su Europa e Germania. Accantonati quindi i piani di espansione in Stati Uniti e Asia, così come il sogno dell’investment banking.

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