Sono sbarcati sulla prima isola che hanno trovato seguendo la rotta senza immaginare che in realtà si trattava di una base della Marina militare. Sono 83 tutti di origine pakistana, i migranti arrivati nelle scorse ore a San Pietro, una delle due piccole isole Cheradi che si trovano a qualche chilometro di distanza da Taranto. Non un’isola qualunque, ma una base della Marina nella quale, oltre alle strutture riservate della forza armata, è allestita anche una spiaggia che i tarantini e i turisti raggiungono grazie alle motonavi che partono dal capoluogo ionico.

A poco più di un mese di distanza dallo sbarco a Torre Colimena, quindi, alle prime ore del mattino si è nuovamente attivata la macchina dell’accoglienza: in una nota inviata alla stampa, il Comune ha spiegato che “su volontà del sindaco Rinaldo Melucci e su richiesta del Prefetto di Taranto, sono stati garantiti assistenza sanitaria e fornitura di generi di prima necessità e vestiario”. Le condizioni dei migranti sarebbero sostanzialmente buone anche se, stando alle prime informazioni, i medici avrebbero individuato anche qualche caso di scabbia. Degli 83 uomini sbarcati sull’isola, 12 sono minori non accompagnati: questi ultimi, in tempi molto rapidi, sono stati riportati sulla terra ferma e trasferiti nelle strutture di accoglienza riservate ai minori. Gli adulti, invece sono stati condotti nell’hotspot, allestito nell’aera portuale di Taranto, e contemporaneamente sono state avviate le procedure di identificazione

Secondo le prime notizie trapelate, i migranti avrebbero viaggiato su imbarcazioni messe a disposizione da scafisti turchi: non la rotta del nord Africa, quindi, ma la cosiddetta “tratta turca”, questa volta avrebbe organizzato il viaggio della speranza. I poliziotti e i militari della Guardia costiera in queste ore stanno conducendo le indagini per risalire all’identità degli scafisti e alle imbarcazioni che avrebbero portato fino all’isola ionica quelle persone.

Uno sbarco che ha colto di sorpresa tutti, compresa la Marina militare: lo sbarco infatti è avvenuto tra le 3 e le 4 della notte tra venerdì e sabato e quando sul posto sono giunti i militari delle imbarcazioni e degli scafisti non c’era alcuna traccia. Gli scafisti, insomma sono arrivati alla base militare, hanno avuto il tempo di condurre a terra le 83 persone a bordo e di riprendere il largo indisturbati. Poco dopo pranzo, però, gli investigatori della Squadra Mobile di Taranto e i marinari della capitaneria di porto hanno intercettato al largo delle acque di Taranto, nella zona costiera più vicina al confine con la provincia leccese, l’imbarcazione a vela che, secondo l’attuale ipotesi investigativa, è stata la “nave madre” condotta dagli scafisti. I controlli di polizia e Guardia costiera, inoltre, si sono allargati anche ai telefoni dei migranti, alle immagini raccolte dalle alcune telecamere per cercare di individuare gli scafisti e arrestarli.

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