Musica

Emis Killa: “‘Ste foto, ‘sti smartphone vi hanno dato alla testa”. E a FQMagazine: “L’Italia ha bisogno dei sottotitoli in italiano per ogni cosa che viene detta”

Il rapper negli ultimi giorni è tra le polemiche social per alcune provocazioni. Tra instore e tour, lancia il nuovo singolo “Tijuana”, fotografia generazionale del momento. E poi ci confessa una sua grande passione. Un indizio? C'entrano le stelle

di Andrea Conti

O si ama o si odia. Emis Killa è uno dei rapper più importanti della scena musicale italiana, ma è anche produttore e conduttore televisivo. Senza peli sulla lingua e dotato di un’ironia pungente, spesso Emiliano Giambelli (è il suo vero nome) si scatena sui social per provocare chi lo legge. Provocazione volontaria o involontaria? Poco importa. Fatto sta che, forte di oltre 3 milioni di seguaci sui social e con alle spalle 25 certificazioni tra dischi d’oro e di platino, qualsiasi cosa dica o faccia finisce sulla bocca di tutti.

Il rapper negli ultimi giorni è finito al centro delle polemiche, addirittura è stato accusato di maschilismo, certamente con un filo di esagerazione, per un tweet. Il testo era: “A una donna non dovrebbero mai puzzare le ascelle. Neanche se fa la maratona di New York. Che incubo”. Apriti cielo. Fiumi di inchiostro (virtuale e non) all’attacco dell’artista. Passa qualche giorno ed ecco che Emis Killa sulle “stories” di Instagram è sbottato, dopo essere stato fermato da qualche fan, mentre era al telefono per un selfie: “Ste foto, stì smartphone, vi hanno dato alla testa. Imparate l’educazione! Ma come si fa ad andare da uno al telefono a chiedere una foto, come? Quando mia madre è al telefono io non mi azzardo a dire nulla perché è maleducazione” Qualcuno lo accusa di avere la puzza sotto il naso? Arriva la risposta: “Io sono quello che sono grazie a quelli che comprano i miei dischi, che supportano la mia musica, tutti gli altri…”. Poi la chiusura: “L’Italia ha bisogno dei sottotitoli in italiano per ogni cosa che viene detta”.

Tra un botta e risposta social e l’altro e l’inevitabile clamore mediatico, Emis Killa lancia il nuovo singolo “Tijuana”, dal repack “Supereroe Bat Edition”, mentre dal 12 luglio partirà in tour. Lo abbiamo incontrato in occasione dei recenti Seat Music Awards: “Tijuana è una scelta stilistica. Quasi mai, ad eccezione forse di ‘Maracanà’, ho scritto brani pensando che dovessero andare specificamente bene per l’estate. Il brano estivo viene sempre definitivo frivolo, ma in generale a me è sempre piaciuto fare canzoni che andassero bene come colonna sonora dell’estate ma anche dopo, come ‘Rollercoaster‘, che è stata in classifica per 9 mesi”. Chi è esattamente Tijuana? “Mi immagino una tipica ragazzina italiana – racconta – un po’ monella che si diverte, che ancora non si è scontrata con la vita adulta ed è lì lì per diventare grande. Si sta sparando le ultime cartucce da ragazzina, si sta divertendo. Ce ne sono tante, poi a Milano ne conosco tantissime di ragazze così. Me la immagino come una giovane ventenne”.

Inevitabilmente il discorso si sposta sulle generazioni di oggi. “I ragazzi di oggi li vedo spenti, come se si fosse spenta la loro fiamma interiore – spiega -. Dico sempre che noi eravamo sì dei disgraziati, ma pieni di energia, vivaci e con voglia di vivere. Oggi mi sembrano tutti su uno stesso binario, in fila indiana, che seguono tutti la stessa corrente”. La tecnologia in parte ha sicuramente contribuito a spegnere questa generazione: “Me ne accorgo anche su di me. La tecnologia non mi ha spento, ma mi distrae. Il problema è quando se ne abusa, perché se usata nella giusta maniera può essere positiva. Io, ad esempio, sono un appassionato di astronomia. Su Instagram ci sono tanti bellissimi profili dedicati a questo, dove passo le notti a leggere curiosità. Però non sono in tanti a usare i social così, di certo se vai su una pagina ‘leggera’ di meme, avrà molti più follower…”

Nel resto del tempo libero, sui social Emis Killa condivide attimi della sua vita privata, sudato dopo una sessione di palestra, qualche foto vintage con colleghi e amici, ci sono anche foto patinate, perché l’immagine è sempre importante. E poi naturalmente spazio a qualche provocazione social. State pur certi che non passeranno inosservate neanche la prossima volta.

Emis Killa: “‘Ste foto, ‘sti smartphone vi hanno dato alla testa”. E a FQMagazine: “L’Italia ha bisogno dei sottotitoli in italiano per ogni cosa che viene detta”
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