Assessori dell’ex governatore Rosario Crocetta e fan di Matteo Renzi, pentiti del Pd ed ex amici di Luca Lotti. Sono tutti in fila, oggi, alla corte del presidente della Sicilia, Nello Musumeci. Il governatore della Regione più a Sud d’Italia che recentemente ha aperto alla Lega di Matteo Salvini, lanciando, col suo movimento Diventerà Bellissima, l’idea di una alleanza meridionale per il Carroccio. A Palazzo dei Normanni, infanto, il suo governo “apre” ai primi cambiacasacca, abili a passare da sinistra a destra, e ritorno, seguendo il cambio di maggioranza.  E dire che lo stesso Musumeci, da presidente della commissione antimafia (incarico ricoperto durante la scorsa legislatura) aveva proposto un disegno di legge per multare i cambiacasacca dell’Ars. Posso ancora capire il passaggio da un gruppo all’altro ma addirittura da una coalizione a un’altra non lo posso accettare”, diceva quando i voltagabbana garantivano la sopravvivenza del governo Crocetta. Altri tempi.

Il figlio dell’ex segretario Pd – L’ultimo supporter di Musumeci ha un cognome che in Sicilia pesa parecchio, sia sul fronte politico che su quello giudiziario. Il deputato regionale (nell’Isola è così che si fanno chiamare i consiglieri) Luigi Genovese è giovanissimo, ma è erede di un patrimonio di voti ricco e discusso. Il padre Francantonio è stato il primo segretario regionale del Pd, poi è finito in carcere per una inchiesta sulla formazione professionale ed è stato condannato in primo grado a 11 anni. Lo zio, Franco Rinaldi, è stato eletto all’Assemblea regionale per tre volte di fila, sempre col Pd e spesso col primato del consenso. Poi, anche per lui la condanna: a due anni e mezzo. Tre mesi fa, per entrambi, una nuova grana: la procura di Messina ha chiesto la condanna a oltre cinque anni nell’inchiesta sui collegamenti tra clan e politica. Il giovane Luigi, eletto nel 2017 all’Ars con Forza Italia, dove i Genovese hanno traslocato dopo la rottura col Pd, ha deciso pochi giorni fa di creare un nuovo gruppo parlamentare. Si chiama “Ora Sicilia” ed è, spiega, frutto della scelta “di investire su un brand: il duo Musumeci-Razza“. Cioè il governatore e il suo fidatissimo assessore alla Sanità “che mi ha dato dei consigli” ha spiegato il giovane politico. Eppure, quando in campagna elettorale era esploso il caso degli “impresentabili” tra i suoi alleati, Musumeci aveva detto: “Genovese? Io non l’avrei candidato”. Intanto, il rampollo della famiglia messinese ha fatto capire da quale parte vuole stare: “Alle Europee ho votato e fatto votare per Angelo Attaguile”. Cioè per la Lega di Salvini. 

L’ex assessore di Crocetta – “Ora Sicilia” è solo l’ultimo esempio di una lunga serie di formazioni politiche che in Sicilia finiscono per accogliere i soliti cambiacasacca. Anzi, spesso servono soltanto per questo. Al gruppo di Genovese junior infatti ha deciso di aderire anche Luisa Lantieri, ex cuffariana, poi diventata assessore con Crocetta e quindi eletta all’Ars un anno e mezzo fa col Pd. Adesso, ecco il sostegno a Musumeci, e un ritorno nel caro, vecchio centrodestra. A completare il nuovo drappello c’è Daniela Ternullo. Deputata da pochi mesi, visto che è arrivata all’Ars al posto di Giuseppe Gennuso, finito agli arresti domiciliari: solo uno dei quindici consiglieri siciliani coinvolti in inchieste giudiziarie. Senza contare che anche quattro dei dieci attuali assessori di Musumeci sono indagati. Indagati e voltagabbana, alla corte del governatore di Sicilia.

Gli amici di Lotti – Dopo i risultati delle Europee, il leader siciliano di Forza Italia Gianfranco Micciché ha rivolto un sentito ringraziamento a Sicilia Futura. Cioè al movimento politico formato dagli uomini che l’eterno ex ministro Totò Cardinale traghettò pochi anni fa dal centrodestra verso Matteo Renzi. Filorenziani, quindi, vicinissimi all’ex ministro Luca Lotti, frequentatori assidui delle Leopolde sicule di Davide Faraone. Perché quel ringraziamento? Basta guardare verso Messina, dove a spendersi per il centrodestra c’era Beppe Picciolo: candidato alle elezioni politiche del 2018 col Pd e oggi tra i nomi caldi persino per entrare nella giunta di Musumeci. Maurizio Croce, intanto, già assessore al Territorio con Rosario Crocetta è tornato a guidare il delicatissimo ufficio per il dissesto idrogeologico, dal quale passano decine di milioni di euro. E adesso alla maggioranza di Musumeci guarda a un altro reduce dall’innamoramento renziano: Edi Tamajo. E del resto, Daniela Cardinale, figlia di Totò, ha già lasciato il gruppo Pd alla Camera.

Mezza giunta di centrosinistra – “Noi nel Mezzogiorno d’Italia vogliamo esserci. E tra qualche mese decideremo se essere una Federazione o se stabilire un’alleanza con la Lega”, ha ribadito pochi giorni fa il presidente Musumeci. Intanto, mentre guarda a destra, pezzi dei governi di centrosinistra si avvicinano alla sua giunta e alla sua coalizione. L’assessore alla Famiglia Antonio Scavone, ad esempio, indicato dall’altro ex governatore Raffaele Lombardo oggi a processo per concorso esterno in mafia, ne ha voluti addirittura due: capo di gabinetto e vice capo di gabinetto sono Rosaria Barresi e Giovanni Pizzo, ex assessori all’Agricoltura e alle Infrastrutture nella giunta Crocetta. In quella giunta c’era anche Giovanni Pistorio, ex braccio destro di Lombardo, e impegnatissimo alle ultime Europee a spingere la candidatura del centrista Saverio Romano, nella lista di Forza Italia. Ex assessori di Crocetta e amici di Renzi: tanti “sinistri” alla corte di Musumeci, il presidente che guarda alla Lega.

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