Luigi Zanda ha fatto causa a Luigi Di Maio. Il motivo? Il tesoriere del Pd non ha apprezzato i commenti del capo politico M5s, che aveva attaccato la sua proposta di legge (poi ritirata) per collegare gli stipendi dei parlamentari italiani a quelli percepito dai deputati europei. “Questa mattina i miei legali hanno depositato presso il Tribunale di Roma gli atti relativi al giudizio civile che ho promosso nei confronti dell’onorevole Di Maio per ottenere il risarcimento dei danni provocatomi da sue dichiarazioni più volte rilasciate nel corso della recente campagna elettorale. L’onorevole Di Maio, con ripetuti interventi e con plateali intenti diffamatori, ha deformato il senso e il contenuto letterale di una mia proposta di legge diretta al riordino del trattamento economico erogato ai parlamentari italiani”, dice il senatore del Pd, che aveva annunciato la causa nelle scorse settimane.

“In quotidiane interviste – dice Zanda – dichiarazioni alle agenzie e sul web, in comizi elettorali, Di Maio ha sostenuto che il mio disegno di legge, ancorando il trattamento dei parlamentari nazionali a quello dei membri del Parlamento Europeo, avrebbe prodotto per i deputati e i senatori un aumento significativo di quanto da loro percepito. Questa affermazione è totalmente falsa. Se venisse introdotta in Italia la normativa che ho proposto, gli emolumenti erogati ai parlamentari italiani non aumenterebbero nemmeno di un euro ma, al contrario, diminuirebbero. Alla ricerca di successi elettorali, Di Maio ha travisato la verità assecondando l’imbarbarimento della lotta politica”. 

Eppure, lo stesso Zanda aveva ritirato la sua proposta di legge dopo le polemiche sollevate proprio dal Movimento 5 stelle. “Non voglio che il Pd debba subire due volte al giorno le manipolazioni politiche di Di Maio e dei suoi e perché voglio contribuire alla serietà di una campagna elettorale per l’Europa che considero molto importante” , aveva detto il tesoriere del Pd. Che ora denuncia Di Maio: “È insopportabile che, sempre più frequentemente, la politica si serva di dichiarazioni palesemente false, così influendo sulle opinioni degli elettori e, conseguentemente, sulla libera espressione del voto. L’inquinamento del processo democratico attraverso la continua diffusione di fake news e l’indisponibilità al confronto di merito nelle aule parlamentari sono tali da rendere oggi necessario che la verità venga accertata per via giudiziaria. Per queste ragioni, Di Maio viene chiamato a rispondere di ciò che ha ripetutamente dichiarato in campagna elettorale”.

Già il 6 maggio, quando aveva annunciato la denuncia per Di Maio e il ritiro della sua proposta di legge, Zanda aveva raccolto al replica del Movimento 5 stelle.  “Allora era tutto vero. Zingaretti è stato sbugiardato dal suo stesso tesoriere. Zanda ha dichiarato che ritirerà la vergognosa proposta Pd. Avevamo ragione noi!” si legge in un post pubblicato sul Blog delle Stelle. “Se la nostra era solo propaganda e se erano convinti della bontà delle proprie convinzioni politiche – è l’argomentazione dei pentastellati – perché non sono andati fino in fondo con la loro legge?”.

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