Drammatica testimonianza a Radio Crc sulla tragica morte di Rosario Padolino, il commerciante 66enne ucciso dal crollo di un cornicione in via Duomo, a Napoli.
Maurizio Palma, amico della vittima e presidente dei residenti di via Duomo, racconta quei terribili attimi: “Dovevamo andare a prendere un caffè, lui si è incamminato prima di me e all’improvviso si è fermato a guardare i lavori. Dopo due secondi ho visto alzarsi un mare di fumo e ho realizzato che era crollato il cornicione del palazzo, che aveva preso in pieno Rosario. Sono corso da lui e si vedeva che stava troppo male. Sono stato io a togliergli le pietre di dosso. Abbiamo chiamato tutti un’ambulanza dicendo che era un codice rosso, saranno state cinquanta telefonate, abbiamo tutte le registrazioni. E l’ambulanza è arrivata dopo un’ora e venti minuti. Una cosa inconcepibile“.

Palma aggiunge: “L’ambulanza non arrivava e mi sono arrabbiato, così sono andato a chiamare la polizia presente ai decumani, a 20 metri. Rosario Padolino ha avuto una fine atroce e immeritata con un braccio e una gamba deformati. Era una bravissima persona, benvoluta da tutti, si impegnava in tante iniziative per il nostro quartiere. Tra dieci giorni sarebbe andato in pensione per godersi i suoi nipoti. E via Duomo se l’è preso”.

Poi ricorda gli ultimi istanti di vita del negoziante: “Alternava momenti in cui mi riconosceva ad altri in cui non sapeva chi fossi. Gli ho fatto anche qualche messaggio cardiaco, ma respirava male. A un certo punto, mi ha chiesto: ‘Maurizio, perché stai qui a tenermi in braccio nei miei sogni?’. Lo tenevo tra le braccia, perché gli avevo tolto le pietre che lo avevano sommerso, gli bagnavo le labbra con l’acqua. Dietro la testa aveva una ferita davvero molto grave. Spero che ci siano indagini, perché io sono stato davvero molto tempo vicino a lui prima che arrivasse l’ambulanza“.
Palma rivela anche che cinque minuti prima della tragedia sotto quell’edificio era passato un gruppo di turisti: “Se fossero stati coinvolti dal crollo del cornicione, sarebbe successa una strage”.

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