Un pezzo di cornicione si è staccato da un edificio del centro storico di Napoli, in via Duomo, e ha ucciso un commerciante di 66 anni. La vittima è Rosario Padolino, originario del quartiere Stella e proprietario del negozio “Coriandoli” che dà sulla strada, è morto poco dopo essere stato trasportato al Centro traumatologico ortopedico di via Colli Aminei. La Procura ha sequestrato la facciata dello stabile, autorizzando però l’amministratore del condominio ad eseguire immediatamente i lavori di messa in sicurezza. È stato deciso lo sgombero di 30 famiglie residenti nel palazzo, che potranno rientrare solo a lavori ultimati, forse già entro lunedì.

Il cornicione si è staccato da un balcone al quinto piano del palazzo. Secondo le prime ricostruzioni, le pietre si sono staccate da un edificio dove erano previsti interventi di messa in sicurezza. I frammenti hanno sfondato la rete di protezione che avrebbe dovuto proteggere i passanti. I Vigili del fuoco hanno spiegato che “la rete si era deteriorata, dopo circa un anno e mezzo dalla sua collocazione, ed ha ceduto al peso delle pietre. I lavori di messa in sicurezza del cornicione avrebbero dovuto essere completati molto prima”. Le continue piogge dei giorni scorsi avrebbero provocato il distacco dei pezzi. Sul posto sono arrivati il pubblico ministero Giorgia De Ponte ed il procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso.

Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri. Non è la prima volta che a Napoli dei passanti perdono la vita in questo modo. Cinque anni fa, Salvatore Giordano, uno studente di 14 anni, rimase ucciso da alcuni cornicioni che si staccarono da un edificio della galleria Umberto, in via Toledo a Napoli. Il ragazzo morì dopo tre giorni di agonia in ospedale. “Occorre immediatamente un censimento dei cornicioni killer, buche e strade pericolose almeno per segnalare i pericoli e per evitare altri morti visto che istituzioni e privati non sono capaci di ripristinare la normalità e garantire la sicurezza” afferma l’avvocato Angelo Pisani, legale della famiglia di Giordano. “Oggi piangiamo un’altra volta, un’altra vittima innocente, come se fosse morto anche Salvatore Giordano per la seconda volta. In questa città il sacrificio del piccolo Salvatore non è servito a nulla; la nostra solidarietà alla malcapitata famiglia vittima di incuria e negligenze sperando che almeno la giustizia faccia il suo corso visto che la famiglia Giordano aspetta da anni una risposta dovuta”.

La moglie del commerciante, Grazia Ragozzino, è disperata e su Facebook scrive : “L’amore se ne è andato in cielo e non mi ha salutato”. “Non ci credo, sono disperata” afferma tra le tante manifestazioni di solidarietà e affetto degli amici increduli. “Gli tenevo il braccio, che era fratturato, e gli faceva male, ma lui mi rispondeva e non pensavo che potesse morire”. Luca Rosolio, giovane titolare di una merceria di via Duomo, era con Padolino durante gli ultimi momenti di vita. “Aveva una ferita in testa, ma non era profonda ed aveva anche smesso di sanguinare prima che arrivasse l’ambulanza”. “È assurdo che a Via Duomo un uomo, un commerciante stimato da tutti, possa morire così, mentre andava a prendere un caffè al bar” conclude Rosolio. Padolino era conosciuto nell’intera zona di Piazza Cavour per aver promosso negli anni diverse iniziative di valorizzazione dell’area.

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