Il voto relativo alla leadership di Di Maio sulla piattaforma Rousseau? L’esito è abbastanza scontato. Attorno a lui hanno costruito un comitato di conciliazione di 4-5 persone. Peraltro, la stessa stessa formulazione del quesito ricorda quello della vicenda Diciotti, quindi è già scontata nella domanda la risposta“. Sono le parole del senatore Gregorio De Falco, ex M5s, nel corso de “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus.

E puntualizza: “Ma comunque non ha senso quel voto, perché alla fine mettere un’altra persona al posto di Di Maio non è che risolva i problemi. Cosa direi a Di Maio? Non di scendere dalla nave, ma di stabilire la rotta della nave. Questo è il punto. La rotta si pianifica prima a tavolino e si immagina quale possa essere la destinazione della nave. Se poi ci sono degli accidenti e degli elementi che perturbano la rotta, allora si prendono provvedimenti in via tattica, volta per volta. Ma la strategia da seguire e la pianificazione della rotta devono essere fatte a tavolino. Dove si vuole andare con questa nave?“.

De Falco parla della sua espulsione dal M5s e analizza la crisi del movimento: “Nell’azione di governo c’è stato un appiattimento abbastanza rilevante del M5s sulle posizioni della Lega intorno ai temi che non si potevano discutere perché appartenevano all’alleato. Lo ha detto anche Alessandro Di Battista? Il punto è che negli ultimi due mesi lo hanno detto tutti. Questo modo di ‘remare’ significa semplicemente voler tenere il potere per sé. Il potere, cioè, non è più lo strumento per garantire il benessere dei cittadini, ma è il fine. Anche il reddito di cittadinanza è giusto e importante – continua – ma, fatto così, rimane un’affermazione di principio. Cioè non è un provvedimento compiuto e la gente se n’è accorta, come dimostra il risultato elettorale. Se tutto quanto è stato sacrificato al reddito di cittadinanza, il risultato è molto modesto. E quindi cosa rimane? Soltanto la gestione del potere“.

E aggiunge: “La stessa questione immigrazione ha visto il M5s lasciare immediatamente da parte la propria idealità, tra le quali ci sono quelle costituzionalmente fissate: l’umanità e la solidarietà sono principi fondativi sia del M5s, sia di ciascuno di noi. C’è un barcone che sta naufragando con 90 persone a bordo e nessuno lo soccorre, nonostante ci sia una nave militare a non più di 15-20 miglia di distanza. Quella nave impiegherebbe 45 minuti di navigazione per raggiungere il barcone. Ebbene, perché quelle persone non vengono salvate? La verità è che le autorità italiane sembrano paralizzate. Il M5s ha aperto un Mar Rosso tra sé e i propri elettori proprio con la questione Diciotti“.

De Falco prosegue: “Ricordo che il motivo fondante del M5s è ‘nessuno rimanga indietro’. E’ quello che ha ispirato il reddito di cittadinanza. Ma questo principio è da affermare in tutti i campi. Anche la stessa teoria secondo cui non esistono destra e sinistra è una sciocchezza. Dicendo questo, il M5s ingloba in sé chi è di destra e chi è di sinistra, diventando un corpaccione amorfo. In realtà non è possibile così avere una linea politica. Bisogna prendere una via. All’opposizione può avere senso dire che non esistono destra e sinistra, perché così raccogli l’intera protesta. Ma quando sei al governo, devi scegliere una strada“.

E conclude: “Il contratto di governo? Non è la strada adatta. Se si hanno alla base valori condivisi è un conto, ma se il contratto tratta 4-5 punti lascia scoperto tutto il resto. Gli stessi elettori non sanno cosa farà il governo in certi frangenti. Gli interessi pubblici non si trattano coi contratti di governo. Io guardo ancora con affetto al M5s, ma io, come gran parte di coloro che si sentono nel movimento, provengo da un’area di sinistra. Però purtroppo non troviamo rappresentanza. E quindi vien meno una rappresentanza per gran parte degli italiani”.

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