Rischiava di scoppiare un altro caso migranti, ma la situazione si è sbloccata nel volgere di poche ore. Il Viminale, nel tardo pomeriggio, ha indicato Genova come porto di sbarco per la nave della Marina militare che giovedì mattina ha salvato un centinaio di persone al largo della Libia. Ma non sono mancate le polemiche tra le Ong e la Marina, con la ministra della Difesa Elisabetta Trenta a fare da scudo.

Su Twitter la ong Alarm Phone, in mattinata, ha fatto circolare la notizia di “una bambina di 5 anni morta a bordo” di un gommone in difficoltà al largo della Libia, a 90 miglia da Lampedusa, raggiunto da un elicottero e da una nave in avvicinamento. Poi è arrivato l’attacco di Mediterranea Saving Humans, secondo cui la nave P490 Cigala Fulgosi della Marina “è sempre stata a poca distanza, ma ha aspettato. Se confermata la morte di una bimba di 5 anni tra i naufraghi, sappiamo chi poteva salvarla e non l’ha fatto“. La ministra ha risposto con un post su Facebook: “Non permetto a nessuno di dire che la nostra Marina Militare abbia ignorato il soccorso di persone in pericolo di vita. È del tutto falso e strumentale. Quando è arrivato l’allarme ai nostri uomini, la nave italiana si trovava a 80 km di distanza, praticamente 2 ore di navigazione dal barcone, localizzato invece in acque di responsabilità libica. Si è deciso di inviare dunque, immediatamente, un elicottero, perché quando c’è da salvare vite umane i nostri non si sono mai tirati indietro“.

In ogni caso, al termine dei soccorsi e appurato che tutti i migranti tra cui 17 donne e 23 minorenni sono stati tratti in salvo, l’Ong si è complimentata con l’equipaggio e il comandante. “Apprendiamo con gioia che non ci sarebbe nessuna vittima a seguito della situazione di pericolo che rischiava di diventare l’ennesima strage”. Il salvataggio dei migranti porta la firma del pattugliatore d’altura Cigala Fulgosi. L’imbarcazione, ha fatto sapere la Marina, “constatate le condizioni del natante con 100 persone a bordo, di cui solo una decina provvisti di salvagente individuale, motore spento, precarie condizioni di galleggiamento e considerate le condizioni meteorologiche in peggioramento, è intervenuta in soccorso delle persone che erano in imminente pericolo di vita”. Quindi, le polemiche si sono placate fino all’annuncio del Viminale della scelta del porto di Genova per lo sbarco dei migranti salvati.

La tensione in Libia, comunque, resta alta. A causa dei violenti scontri e del deteriorarsi delle condizioni di sicurezza a Tripoli, 149 persone tra rifugiati e richiedenti asilo vulnerabili sono state evacuate e trasferite a Roma grazie all’intervento dell’Unhcr. Le persone evacuate provengono da Eritrea, Somalia, Sudan ed Etiopia. Tra di loro ci sono 65 minorenni; 13 bambini hanno meno di un anno, e uno di loro è nato appena due mesi fa. Molti dei rifugiati e richiedenti asilo evacuati necessitano di cure mediche e soffrono di malnutrizione.

Alarm Phone è un numero telefonico per rifugiati in difficoltà nella acque del Mediterrano, creato nel 2014 da una rete di attivisti in Europa e Nord Africa. I migranti alla deriva sono riusciti a contattarli intorno alla mezzanotte tra mercoledì e giovedì, segnalando il rischio di ipotermia per i bambini e una crescente situazione di panico.

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