È stato il campionato dei falliti. E finalmente è finito. L’ultima splendida giornata non inganni. Anche perché non è stata nemmeno l’intera giornata, fatta di risultati scontati per non dire annunciati (lo 0-0 tra Fiorentina e Genoa che ha salvato entrambi grida vendetta), ma la sola Inter-Empoli a regalare le emozioni che in Serie A mancavano da mesi: merito dell’Empoli, una delle poche squadre che gioca a calcio e probabilmente non meritava di retrocedere, e della solita, pazza Inter che ogni anno esplora nuovi confini della follia calcistica. Lo spareggio di San Siro che ha mandato i nerazzurri in Champions e i toscani in Serie B è stata davvero una delle partite più incredibili che la storia recente ricordi. Ma comunque 90 minuti non ripagano una stagione di noia, titoli e qualificazioni assegnate con tre mesi d’anticipo (e infatti non smentite dalla classifica finale), obiettivi delusi e promesse mancate. Né ai tifosi, né tantomeno alle squadre.

A partire proprio dall’Inter. Tifosi, calciatori e società esultano per un traguardo fondamentale, ma in fondo hanno poco da festeggiare. I nerazzurri hanno bruciato tutti gli obiettivi in una settimana di dicembre, poi hanno buttato via l’Europa League, infine sono riusciti a rimettere in discussione persino l’obiettivo minimo che sembrava scontato e per poco non si tramutava in un nuovo, piccolo 5 maggio. Un fallimento, come la gestione del caso Icardi (che ancora non è finita: ora bisogna recuperarlo o cederlo senza svenderlo dopo sei mesi del genere). Spalletti ha chiuso con 3 punti in meno rispetto allo scorso anno. Il cambio in panchina è necessario, non c’è quasi nulla da salvare.

Chi è finito dietro ovviamente sta anche peggio. Male il Milan che nonostante l’onesto lavoro di Gattuso non è riuscito a risollevare una stagione disgraziata: il quinto posto non basta. Malissimo la Roma: passare dalla semifinale di Champions al sesto posto è un autentico disastro. Per entrambe la mancata qualificazione avrà pesanti conseguenze economiche e pure sulla prossima annata, che a questo punto partirà a handicap, con un mercato per forza di cose al risparmio e cessioni pesanti. Quindi c’è il Torino che ha fatto la miglior stagione degli ultimi 25 anni, conclusa comunque fuori dall’Europa: è maggiore la soddisfazione o il rimpianto?

Neanche chi è finito davanti, però, sta messo troppo meglio. Per l’Atalanta il terzo posto con la prima partecipazione in Champions League è un risultato storico che rende sicuramente indimenticabile la cavalcata dei ragazzi di Gasperini. C’è però anche la macchia della finale di Coppa Italia persa contro la Lazio: le qualificazioni in Champions passano e si dimenticano in fretta, specie se l’esperienza dura poco, i trofei invece restano in bacheca. Forse qualche tifoso avrebbe preferito fare a cambio (con la Lazio di Lotito, tra i pochi a sorridere ma comunque protagonista di una stagione modesta). Il Napoli ha confermato il secondo posto, ma il primo anno di Carlo Ancelotti è stato un flop, tra distacchi abissali dalla Juve, l’occasione persa dell’Europa League e tutta la nostalgia per il calcio spettacolo di Sarri. Quanto alla Juventus, l’ottavo scudetto di fila è un record irripetibile, ma del 2018/2019 tutti si ricorderanno quasi solo l’eliminazione con l’Ajax e l’ennesimo fiasco europeo, nonostante Cristiano Ronaldo.

È la prima volta che sotto sotto sono tutti scontenti: non ci sono vincitori (con le parziali eccezioni di Lazio e Atalanta). E forse non è un caso che sarà un’estate di profondi sconvolgimenti. Sei delle prime otto squadre potrebbero cambiare allenatore, almeno tre lo faranno di sicuro. Vedremo una Serie A diversa, quasi sicuramente più divertente, meno del resto sarebbe difficile: l’Inter ripartirà da Antonio Conte, forse l’unico in grado di ribaltare le gerarchie del campionato; la Juventus ha chiuso l’era Allegri e ne aprirà un’altra, ancora non si sa con chi, con tutte le incognite che un nuovo ciclo comporta, persino per una squadra così nettamente superiore a tutte; il secondo Napoli di Ancelotti dovrà per forza far meglio del primo (altrimenti arriveranno i fischi), Milan e Roma andranno in cerca di rilancio (anche se senza i soldi della Champions sarà dura), potrebbe inserirsi anche la nuova Fiorentina stelle e strisce di Commisso. Magari sarà una Serie A spettacolare, combattuta, appassionante fino all’ultimo. In fondo è il bello di quando finisce un campionato: si può sognare il prossimo. Almeno d’estate vincono tutti.

Twitter: @lVendemiale

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