Confermato dalla Cassazione il proscioglimento dall’accusa di corruzione internazionale e false fatture per gli ex ad di Finmeccanica e Agusta Westland, Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini, in relazione alla vicenda delle presunte tangenti per la fornitura di elicotteri all’India.
Respinto il ricorso del Pg di Milano contro la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Milano l’8 gennaio 2018. Il pg della Cassazione Mariella De Masellis aveva chiesto di confermare le assoluzioni degli imputati chiedendo il rigetto anche del ricorsi dell’Agenzia delle Entrate e del ministero della Difesa dell’India.

“Questa sentenza chiude un processo avviato sulla base di investigazioni del tutto inconcludenti che hanno condotto i giudici a ritenere prive di qualsiasi fondamento l’ipotesi che gli imputati Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini, top manager di AgustaWestland, avessero pagato tangenti per aggiudicarsi la commessa relativa all’acquisizione di elicotteri Aw101 dal governo indiano – dice Ennio Amodio, avvocato difensore con Novella Galantini dell’ex ad di Finmeccanica all’AdnKronos – Questa sentenza avrà notevoli riflessi anche in India dove è stato avviato un processo per gli stessi fatti prendendo spunto dai risultati investigativi acquisiti in Italia e che ora trovano una decisa smentita nella decisione della Corte Suprema“.

Il processo, conclusosi nel gennaio 2018, era ritornato in appello proprio dopo una decisione della Cassazione. E i giudici della III sezione della corte d’appello di Milano hanno aveva stabilito che non c’era “prova sufficiente”. Orsi e Spagnolini erano finiti a processo in relazione al presunto pagamento di una tangente a pubblici ufficiali indiani per ottenere una commessa da 556 milioni di euro per 12 elicotteri nel paese asiatico. In primo grado erano stati assolti dal tribunale di Busto Arsizio dall’accusa di corruzione e condannati solo per le false fatture. Nel processo di appello invece, chiuso nell’aprile 2016, i due manager erano stato condannati per entrambi i reati: Orsi a 4 anni e 6 mesi e Spagnolini a 4 anni. La Suprema Corte, invece, aveva disposto un nuovo processo d’appello.

La corruzione, per la procura di Milano, si era consumata dal 2005 al 2010, anno – a dire dell’accusa – dell’ultimo pagamento. Il 12 febbraio 2013 Orsi era stato anche arrestato. E in quell’ordinanza il giudice per le indagini preliminari sosteneva che la “filosofia aziendale” delle tangenti come “fattore naturale” degli affari del gruppo. Stando alle contestazioni, Orsi e Spagnolini, che si erano succeduti nella carica di amministratore delegato di Agusta Westland, avrebbero corrotto – attraverso degli intermediari – Sashi Tyagi, l’allora capo di stato maggiore dell’aeronautica militare indiana, per ottenere l’abbassamento della quota di volo indicata nel bando di gara, solo con quella modifica Agusta Westland avrebbe vinto la gara. Ma la tesi dell’accusa è stata definitivamente bocciata dalla Suprema corte.

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