È attraccato alle 5.40 di questa mattina il cargo Bahri Yanbu con le armi dirette in Arabia Saudita. Ad attenderlo i lavoratori portuali che hanno aderito compatti allo sciopero proclamato dalla Filt Cgil nella serata di ieri, che prevede l‘astensione dal lavoro per tutti i servizi e le operazioni portuali di mare e di terra che vedono coinvolta la nave nel porto di Genova fino a quando non sarà portato via il carico, “che comprende attrezzature e droni al servizio delle stragi in Yemen – spiegano i lavoratori riuniti nel presidio di protesta, che aggiungono: “La nave è entrata in porto perché è un diritto e noi questo, a differenza di Salvini, lo sappiamo, eppure – concludono i delegati Filt Cgil – non saremo complici e ci auguriamo che lo stesso facciano i colleghi dei porti dove nei prossimi giorni cercheranno di fare imbarcare la nave”.
Ad attendere la nave saudita, oltre ai lavoratori portuali, un presidio partecipato da un centinaio di persone tra portuali, cittadini solidali, antimilitaristi e scout, che hanno accolto il carico con fumogeni e striscioni contro la guerra. “Chiediamo al governo Conte, come fatto con quelli precedenti, di interrompere tutti gli accordi commerciali sugli armamenti con l’Arabia Saudita – spiega Francesca Bisiani per conto della sezione ligure di Amnesty International – in attuazione del trattato internazionale contro il commercio delle armi”.
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Genova, attracca la nave saudita che trasporta armi. Picchetto dei portuali: “Non saremo complici guerra in Yemen”

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Firenze, protestano in duemila contro Salvini: tensione in piazza e cariche della polizia. Le immagini

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