C’è chi vedeva nella candidatura di Mara Carfagna al Sud un golpe interno per rottamare Silvio Berlusconi. Altri, invece, interpretavano il suo nome in lista come ennesimo sintomo della guerra interna a Forza Italia tra le varie anime che puntano a spartirsi l’eredità politica dell’ex premier. E c’era anche chi, al contrario, contava molto sull’impegno diretto dell’ex ministro in quanto ottima opportunità per Forza Italia di conquistare un buon bacino di voti sul territorio. Dopo 24 ore di polemiche a suon di comunicati stampa e dichiarazioni al veleno, però, nelle liste ufficiali di Fi per le elezioni europee il nome della Carfagna non compare. Nella circoscrizione Sud dietro il capolista Silvio Berlusconi c’è l’eurodeputata uscente Barbara Matera.

Tanto rumore per nulla? Fonti vicine alla vicepresidente della Camera hanno riferito che la Carfagna ha dato a Berlusconi la sua disponibilità a candidarsi già due mesi fa. E che lo ha ribadito anche ieri pubblicamente. Detto questo – hanno fatto sapere le stesse fonti – l’ex ministro ha ribadito il suo totale impegno a fare campagna elettorale come se fosse candidata. Vicenda archiviata, quindi. Ma le scorie e i veleni interni restano eccome, nonostante il tentativo dei big del partito di minimizzare l’accaduto. emblematiche in tal senso le parole del presidente del Parlamento europeo nonché vicepresidente di Fi Antonio Tajani: “Io mi sto preoccupando di cercare consensi. A me non piacciono le polemiche interne. Ognuno rappresenta una risorsa” ha detto ad Agorà RaiTre prima che la mancata candidatura della Carfagna diventasse notizia pubblica.

Nelle ultime 24 ore, tuttavia, la vicenda aveva evidenziato i nervi a fior di pelle tra le varie correnti di Forza Italia. Tutto era partito dall’invito a candidarsi arrivato dai deputati meridionali Roberto Occhiuto e Paolo Russo, con la vicepresidente della Camera subito disponibile a scendere in campo. Durissima la reazione dei vertici del partito, convinti che tale decisione rappresentasse un blitz per tentare di rottamare Silvio Berlusconi e sfilargli il partito alla vigilia della consegna in Corte d’Appello delle liste che sono state già compilate. La Carfagna ha replicato cercando di abbassare i toni, sostenendo che chi parla di golpe, invece di rispondere nel merito, vuole solo alzare polvere. La vicepresidente della Camera ha sottolineato che la sua era una semplice disponibilità e che poi è il partito che decide. Nessun caso, quindi, ma solo una normale richiesta dei territori che vogliono fare questa campagna al meglio.

Chi conosce bene le lotte interne a Forza Italia, tuttavia, era e resta convinto che la questione Carfagna altro non sia che un altro capitolo della lotta tra chi all’interno di Forza Italia è favorevole a un dialogo maggiore con la Lega e chi invece sostiene l’esatto contrario, sponsorizzando un partito radicato al centro. In questa dicotomia rientrerebbe il botta e risposta di ieri. In mattinata Mara Carfagna aveva chiarito che Matteo Salvini “non sarà il leader del centrodestra”. Ancor più chiara la posizione dell’ex ministro su Giovanni Toti, che “la sua scissione l’ha già consumata…”. Il governatore ligure ha replicato a stretto giro, sottolineando che la sua uscita dal partito “è il sogno della Carfagna”. La controreplica ha innalzato ancora più i toni: “Dai Giovanni, forza! Svegliati, posa il bicchiere di caffè e vai oltre il titolo. Ce la puoi fare”. E Berlusconi? Secondo voci interne al suo entourage, proprio per evitare di rendere ancora più incandescenti in queste ore le polemiche sulle liste ha preferito farsi da parte.

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