La mancanza di piogge e la carenza idrica fa sentire i suoi primi effetti in Veneto e in Piemonte, dove si sono riscontrate difficoltà ad avviare l’irrigazione dei campi e cresce invece il pericolo di incendi boschivi. Secondo quanto riporta Anbi, nel delta del Po la risalita del cuneo salino per alcuni chilometri ha reso inutilizzabili le stazioni di prelievo idrico vicine alla foce, e anche il lago del Corlo, da cui dipende il sistema idrico del fiume Brenta, è al 50 per cento del volume normale. Per questo la Regione Veneto, insieme alle Autorità di distretto idrografico del Po e delle Alpi Orientali, ha attivato l’osservatorio permanente sugli utilizzi idrici per prevenire situazioni d’emergenza ed è stato previsto un piano di investimenti sull’irrigazione per il miglioramento della rete idrica e degli invasi.

Anche il Piemonte è stato messo in ginocchio dalle condizioni di scarsità idrica che nei giorni scorsi ha impedito l’avvio dell’irrigazione in tutto il territorio a destra del fiume Sesia, come spiegato da Dino Assietti, presidente del Consorzio di bonifica Baraggia, Biellese e Vercellese. “Di fronte ai cambiamenti climatici – ha commentato Francesco Vincenzi, presidente Anbi – solo i bacini di accumulo possono garantire una regolare irrigazione”.

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