“Questa congiunzione astrale tra… tipo l’allineamento della cometa di Halley… hai capito cioè… è difficile secondo me che si verifichi… noi Marcè dobbiamo sfruttarla ‘sta cosa, secondo me guarda ci rimangono due anni”. È il 4 febbraio scorso quando i carabinieri intercettano questo colloquio telefonico tra l’avvocato Camillo Mezzacapo e Marcello De Vito, entrambi arrestati nell’inchiesta della procura di Roma sulla presunta corruzione nell’ambito di diversi progetti immobiliari nella Capitale.

È il legale, considerato molto legato al presidente dell’Assemblea capitolina, a parlare. “Tieni presente questa cosa… dopo di che… io ti voglio dire siccome la
congiunzione astrale che si è verificata adesso io credo che noi invecchieremo… spero… fra molti anni avvenire ne parleremo davanti a un piatto… ma non credo si ripianificherà… cioè… difficilmente si riverifica una congiunzione astrale dove oggi stai al governo”. E De Vito: “Dove…”. Con Mezzacapo che risponde: “Da solo di Roma”. E il presidente dell’Assemblea capitolina: “Avresti vinto pure con il Gabibbo”.

“No non solo beh questo ormai è un dato acclarato ma dico… dico… che tu ristai al governo di Roma e tu ristai al governo del paese con la quota di maggioranza, no?”. De Vito: “Sì”. Mezzacapo: “Dove fai il fico hai visto Di Maio che (incomprensibile) ha rotto il cazzo… non forzare che poi occhio (inc…) cioè e… e se tu poi vai”. De Vito: “Ha fatto bene”. Mezzacapo: “Si ma se vai al governo tu e… quell’altro fa 35 e tu hai 20 eh… ne può fare a meno questo giochetto, capito che ti voglio dire?”. De Vito: “Sì”. Mezzacapo: “Eh e quindi questo te lo consente una certa congiunzione di cose, naturalmente questa congiunzione astrale tra… è tipo l’allineamento con la cometa di Halley hai capito cioè… è difficile secondo me che si riverifichi così… E allora noi Marce’ dobbiamo sfruttarla ‘sta cosa secondo me, cioè guarda…”. De Vito: “Oggi ho re insistito (inc…)”. Mezzacapo: “Ci rimangono due anni… ci rimangono due anni”.

Quelle frasi, secondo il gip del Tribunale di Roma, Maria Paola Tomaselli, che ha disposto il loro arresto in carcere e quello di altre due persone ai domiciliari, sono un riferimento alla volontà di sfruttare “il ruolo pubblico di De Vito per fini privatistici e ottener lauti guadagni”. Ed emerge qui con “lampante evidenza la sussistenza di un vero e proprio sodalizio”. I due, si legge nell’ordinanza, “discutono dell’attuale congiuntura politica favorevole per massimizzare i loro profitti illeciti e si esprimono in termini assolutamente espliciti”.

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