“Far scrivere solo donne l’8 marzo? La vera rivoluzione sarebbe costringere gli uomini a parlare di noi”. Così ha risposto una nostra collaboratrice e blogger quando le abbiamo parlato dell’idea di pubblicare solo post di firme femminili nella colonna blog de ilfattoquotidiano.it in occasione della giornata internazionale delle donne. Un appunto giustissimo, una obiezione che molte lettrici troveranno condivisibile: non c’è dubbio che le donne siano le prime a volere che gli uomini (soprattutto quelli che occupano posizioni di rilievo nelle istituzioni) si interroghino su certi problemi e affrontino le disparità che ancora oggi rendono difficile il percorso di affermazione femminile in una società poco incline ai cambiamenti. Ma la domanda è: siamo sicure di voler mettere al centro ancora una volta il punto di vista maschile? Non è giusto forse che le donne – così come scendono in piazza – prendano la parola anche qui per discutere in prima persona dei temi che le riguardano?

È nata così l’iniziativa che oggi, 8 marzo, vedrete sui blog de ilfattoquotidiano.it: una colonna tinta di rosa (un rosa rock, per carità), con voci solo femminili e contenuti che raccontino le sfumature più diverse del loro vissuto. Dall’educazione al mondo del lavoro, dalla politica alla sfera privata, dal carcere alla mai pienamente applicata legge 194, in questa giornata saranno le esperte a parlare e a dettare l’agenda. Le nostre blogger hanno raccolto volentieri l’invito, portando sulla nostra piazza virtuale esperienze, riflessioni e criticità su cui vale la pena ragionare. E anche sorridere.

Certo, abbiamo messo in conto il rischio retorica: celebrare un rito forse ormai invecchiato escludendo una categoria di interlocutori può avere l’effetto di relegare certi argomenti a materia solo femminile. Ma qui non si tratta di magnificare una parte e demonizzare l’altra. Piuttosto di approfittare dell’8 marzo, e dell’attenzione che questa giornata richiama, per capire a che punto siamo nel cammino della conquista dei diritti sociali e nel mantenimento di quelli che ci sembravano acquisiti ma che ora – le proteste contro il ddl Pillon lo confermano – rischiano di essere messi in discussione.

Di questo in verità il Fatto Quotidiano, compreso il nostro spazio delle opinioni, si occupa tutto l’anno e molto spesso con firme femminili: dalle riflessioni sui fatti di cronaca al sempre vigile controllo sull’informazione e su come il corpo delle donne viene veicolato sui media, sono molti gli approcci women-oriented tentati dal nostro giornale. Lo scorso anno, sull’onda del caso Weinstein e del movimento #metoo, ilfattoquotidiano.it ha ospitato le storie di molte lettrici (e lettori) che si sono sentite vittime di molestie o abusi sul posto di lavoro e hanno trovato il coraggio di condividerlo con la campagna “Ti racconto la mia”. Su FqMillennium abbiamo raccontato del servizio di protezione che aiuta, tra rischi e difficoltà, le ragazze che vogliono sottrarsi alle nozze forzate. Di aborto, di violenza di genere, di discriminazioni (a partire dall’Iva sugli assorbenti) poi avete letto diffusamente sul cartaceo e sull’online.

Oggi di queste storie vogliamo parlare ancora e con più forza. Per questo ci siamo affidate alle nostre blogger più assidue. Fateci sapere cosa pensate della nostra iniziativa: molti argomenti sono rimasti fuori per forza di cose, tenteremo di affrontarli a partire da domani e per i giorni a seguire. E, se Fulvio Collovati permette, parleremo anche di calcio.

Nelle pagine seguenti un breve accenno ad alcuni dei contributi che potete trovare oggi nella nostra colonna blog.

8 marzo, (ri)diamo la parola alle donne. Precarie, prof e militanti: oggi l’agenda dei nostri blog la dettano loro

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8 marzo, dal ddl Pillon all’aborto a Desirée e Sana: le minacce ai diritti delle donne che fanno gridare al Medioevo

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