“Sono convinto che stiamo facendo una serie di errori” e quindi “dobbiamo dare di nuovo un motivo alle persone per capire perché c’è differenza tra noi e la Lega o tra noi e gli altri”. Anche perché, “spesso, probabilmente, essendo al governo insieme subiamo questo abbinamento e questo avvantaggia loro”. Il giorno dopo il crollo nelle elezioni regionali in Sardegna, il sottosegretario agli Affari regionali, Stefano Buffagni, fa una radiografia al Movimento Cinque Stelle e all’alleanza di governo con il Carroccio.

Ai microfoni di Radio Capital, l’esponente grillino spiega che “loro (la Lega, ndr) vivono di osmosi delle cose positive nostre, del nostro essere nuovi, del nostro essere persone che puntano alla legalità e all’onestà” e “credo che questo abbia giovato molto più a loro che a noi”, rimarca il sottosegretario a Circo Massimo. Secondo Buffagni, “evidentemente sulla comunicazione noi non siamo bravi abbastanza, io sicuramente non lo sono, diciamo anche che ci massacrate tutti i giorni incredibilmente…”, dice a proposito dei giornalisti.

Ma in ogni caso, ammette ricordando “io sono lombardo”, che “prima bisogna fare e poi comunicare, bisogna essere più concreti”. Gli elettori – prosegue – “ci ha mandato al governo per governare non per rincorrere gli altri e annunciare”. Il sottosegretario aggiunge: “Credo sia utile portare a casa risultati concreti perché la gente ha speranza in noi, ha messo grandi aspettative”. E invita implicitamente anche a cambiare atteggiamento: “Al governo non si può continuare ad avere un approccio barricadero come quello di prima con urla, toni alti…”.

Riguardo al fronte dei dissidenti e alle critiche di alcuni parlamentari nei confronti di Luigi Di Maio – “o fa il ministro o fa il capo politico”, ha detto Elena Fattori al Corriere della Sera dopo le critiche di lunedì da parte di Paola Nugnes – il sottosegretario agli Affari regionali si dice sereno: “Nugnes è una garanzia su Di Maio a vita. Se la immagina come candidata? Il Movimento è vario, ma si deve discutere sui temi. Ho grande stima per esempio per il senatore Matteo Mantero, spesso non la pensiamo allo stesso modo ma arricchisce il dibattito. È quello di cui abbiamo bisogno. Leadership di Di Maio? Non è in discussione, lo dicono i fatti”.

Rispondendo sui possibili motivi del momento negativo, Buffagni ha quindi parlato di Tav e delle parole favorevoli all’opera espresse lunedì dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria: “Deve andare a casa? No, questo non compete me e non ne vedo il motivo”. Ma “il ragionamento che faccio è un altro: ciascuno di noi deve fare il suo lavoro. Se sei andato a prendere un impegno all’1,6 (il rifermento è al rapporto deficit/pil che Tria avrebbe concordato con l’Ue prima del varo della manovra, ndr) senza averlo concordato con i tuoi numeri uno, con quelli che avevano i voti, hai generato un danno successivo”. E, stuzzicato sulle gaffe di Danilo Toninelli e sulla possibile correlazione con una perdita di voti dei pentastellati, Buffagni glissa: “Non posso rispondere”, dice ridendo.

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