Cinema

Oscar 2019, Green Book miglior film. Rami Malek e Olivia Colman premiati per Bohemian Rhapsody e La Favorita. E Cuaron best director

Verdetto ecumenico, orientato alla spartizione dei premi con i valori artistici più tradizionali scansati per far posto ad una premiazione manifesto di una società che cambia e di un cinema che la racconta. Il primo cinecomic candidato della storia, Black Panther, porta a casa tre statuette. Un film messicano come Roma ne porta a casa tre. Spike Lee vince il suo primo Oscar (miglior sceneggiatura non originale) e fa un discorso politico e chiede di andare a votare nel 2020 facendo “la cosa giusta”. Standing ovation per la performance live di Shallow con Lady Gaga e Bradley Cooper

di Davide Turrini

Standing ovation invece per la performance live di Shallow dal film A star is born. Bradley Cooper accompagna sul palco Lady Gaga, tutta in nero lutto stretto al corpo con scollatura sulla schiena, tenendola per mano. E riparte ancora uno dei brani più romantici della storia del cinema contemporaneo. Angelina si mette al pianoforte e pianta gli occhioni in quelli di Bradley. Lui risponde con la stessa intensità. Poi ancora la parte finale di Shallow con Bradley che si siede accanto a Lady Gaga, occhi chiusi entrambi. Ultime note, il brano finisce, i due si guardano e sembrano volersi baciare, ma Cooper getta lo sguardo subito verso Irina, la fidanzata, seduta in prima fila al Dolby Theatre, proprio nei giorni in cui si comincia a parlare di un flirt tra i due artisti.

L’arrivo sul palco di Samuel L. Jackson è la telefonata dell’Oscar a Spike Lee per la sceneggiatura non originale di BlacKkKlansman. Primo Oscar dopo due nomination in 30 anni di cinema, urlato da Jackson, e un discorso di ringraziamento emozionante dove Lee ha ricordato i 400 anni passati dal 1619, dai primi schiavi deportati dall’Africa in Virginia, per poi ringraziare sua nonna che “è andata all’università nonostante sua mamma fosse una schiava e che ha permesso a me di andare al college”: “Rendo omaggio a tutti i nostri antenati per aver costruito questo paese e aver sopportato il genocidio dei nativi. Le elezioni del 2020 sono dietro l’angolo, ricordiamocelo. Cerchiamo di stare dalla parte giusta della storia. Fate la scelta morale tra amore e odio. Do the right thing!”.

Lady Gaga torna poco dopo sul palco in lacrime per ritirare l’Oscar per la miglior Canzone Originale: “Ringrazio mia sorella, mamma, papà, e Bradley: non c’è nessuna  persona sul pianeta che avrebbe potuto cantare questa canzone come te”.

Ermanno Olmi, Bernardo Bertolucci e Vittorio Taviani passano veloci tra le star che ci hanno lasciato nel 2018, prima che Rami Malek ritiri l’Oscar per aver interpretato Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody. “Non ero la prima scelta, ma pare abbia funzionato. Grazie ai Queen per essere una piccolissima parte del vostro patrimonio. Freddie era un uomo gay, un immigrato, e l’abbiamo celebrato con la sua storia. Abbiamo bisogno di storie come queste. Io sono un immigrato che viene dall’Egitto e una parte della mia storia si sta scrivendo oggi negli Stati Uniti”.

John Lewis, ex deputato democratico, leader dei diritti civili negli anni sessanta, ha presentato l’ultimo film in gara, Green Book ricordando davanti ad una standing ovation, come gli afroamericani siano stati “cittadini di seconda classe” e che di questa vergogna, pagata con la violenza e la morte, “la nostra nazione ne porta ancora le cicatrici”. Colpo di scena, invece, il primo della serata, è l’Oscar a Olivia Colman per La Favorita. La 44enne attrice inglese batte la superfavorita Gleen Close (“Non volevo portarti via la statuetta”) e l’outsider Lady Gaga, con la sua superba regina Anna, sessualmente vorace, malata di gotta, immersa tra i conigli, amata da due giovani dame di corte. Premio di grande livello, più equilibrato e meno istintivo del corrispettivo Oscar maschile al parvenu Malek.

Guillermo del Toro ripete il gesto fatto al Festival di Venezia 2018, regalando l’Oscar alla regia all’amico, collega, messicano come lui Alfonso Cuaron per Roma. Un abbraccio tra i due, lungo e stretto, ringraziamenti ancora a tutti, con dedica alla “donne indigene, una delle 17 milioni di lavoratrici senza diritti, personaggio tenuto sempre a margine dei film”. Infine l’Oscar al miglior film, consegnato da Julia Roberts a Peter Farrelly e a tutta la produzione e il cast di Green Book. Una mezza sorpresa anche questo Oscar, dopo che lo stesso film aveva appena vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura. “È un film costruito con tenerezza. Una storia che parla dell’amore e dell’amarsi al di là delle differenze”, ha spiegato dal palco il regista Peter Farrelly, nel passato autore con il fratello Bobby di commedie demenziali come Scemo e più scemo o Tutti i pazzi per Mary. Unico grande ed ulteriore interrogativo, anche se sembra il turno in cui è meglio non porselo: ma dare tre Oscar a Green Book e dimenticarsi di Viggo Mortensen, del suo Tony Vallelonga, sulle cui potenti spalle il film si poggia, può mai avere senso alcuno?

Oscar 2019, Green Book miglior film. Rami Malek e Olivia Colman premiati per Bohemian Rhapsody e La Favorita. E Cuaron best director - 3/3
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