INFERNO

CLAUDIO BISIO: E’ la vera delusione di Sanremo 2019. Intimorito, i suoi monologhi non sono ficcanti: doveva sparigliare ma non ci è riuscito. Il trio così assortito non funziona, nessuna guida la baracca e con la Raffaele i ruoli si sovrappongono. Scommessa persa.

24 BIG IN GARA: Tanti, troppi. Davvero troppi. Non si possono mettere ventiquattro artisti tra i big e farli esibire tre volte su cinque tutti nella stessa sera. Ci perde lo spettacolo e il pubblico si stanca.

PAOLO CEVOLI: Avrà fatto pure il picco di share, dipeso dalla collocazione dello sketch,  ma una volta per raggiungere Sanremo bisognava avere un curriculum all’altezza. Non bastava una partecipazione a Zelig.

LA SCENOGRAFIA: La Montinaro quasi rende irriconoscibile l’Ariston: allarga il palco, una scala sospesa, poltrone mobili. Tutto troppo cupo e poco Festivaliero.

AUTORI: Sono tanti ma forse alcuni sono in vacanza. Le gag sono scritte male, i testi debolissimi, alcuni sketch copiati. A Sanremo non si può sbagliare così.

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