CLAUDIO BISIO

Giacche a parte (lo smoking di cavallino peggio solo del damascato di lamé), Bisio è abbastanza suo agio e si diverte. Il monologo sul repertorio rivoluzionario di Baglioni è un’idea carina per driblare i veti di questo pazzo momento che attraversa la Rai senza farsi crocifiggere. Riesce anche a prendere bonariamente in giro il direttore artistico, di cui tutto si può dire ma non che abbia fatto dell’impegno politico il manifesto della sua carriera. Si riconosce la penna di Michele Serra (suo autore), anche se il finale con l’appello alla pax sanremese (indirizzato ai giornalisti, “non quelli musicali”) è uno scivolone inutile e fastidioso. Comunque è pur sempre l’Ariston, mica si possono fare comizi sull’integrazione tra Boomdabash e Federica Carta.

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Sanremo 2019, le pagelle di Silvia Truzzi: Claudio Baglioni “sfida” la pazienza dei telespettatori

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