Televisione

Sanremo 2019, il cardinale Ravasi battezza i suoi preferiti: Cristicchi e Silvestri. E nel 2018 portò bene

Non è la prima volta che il porporato si interessa al festival: nel 2018 aveva scelto Meta e Moro che poi trionfarono. E il Papa? Non guarda la tv, ma è legato a Baglioni grazie a Lampedusa

di Francesco Antonio Grana

Per il cardinale Gianfranco Ravasi ci sono già due vincitori a Sanremo 2019: Daniele Silvestri con Argento vivo e Simone Cristicchi con Abbi cura di me. Durante la prima serata del Festival, il porporato, che è presidente del Pontificio Consiglio della cultura, ha twittato alcuni versi delle sue due canzoni preferite della kermesse condotta da Claudio Baglioni. Il tutto mentre Silvestri e Cristicchi le eseguivano sul palco del Teatro Ariston. E con tanto di hashtag #Sanremo2019 da vero e proprio influencer.

Non è la prima volta che il cardinale Ravasi twitta le canzoni sanremesi. Nel 2018, infatti, il porporato aveva scelto alcuni versi del brano di Ermal Meta e Fabrizio Moro Non mi avete fatto niente. Un tweet che aveva portato fortuna ai due cantanti che poi avevano vinto il Festival. L’anno prima il cardinale aveva, invece, postato un verso di Che sia benedetta di Fiorella Mannoia. Così come durante gli altri Festival, o in particolari circostanze come la festa della donna, Ravasi aveva pubblicato su Twitter qualche verso di una “canzonetta”. Una scelta, come ha spiegato lo stesso porporato, che riguarda esclusivamente i testi delle canzoni e non la musica che il cardinale legge con grande attenzione, quasi come fossero dei versetti biblici.

A differenza di Ravasi, Papa Francesco non vede la tv per un fioretto fatto molti decenni fa e quindi non segue nemmeno Sanremo. Però conosce dall’inizio del suo pontificato e apprezza molto Claudio Baglioni. Il primo incontro tra i due fu l’8 luglio 2013 a Lampedusa durante il primo viaggio di Bergoglio. Il Papa argentino scelse l’isola siciliana per ricordare i migranti morti in mare e per condannare la “globalizzazione dell’indifferenza” che avvolge spesso questi drammi. In quell’occasione Baglioni regalò a Francesco un cappellino di O’Scià, l’affettuoso saluto lampedusano che significa “fiato mio”, “respiro mio”, ed è anche il titolo della manifestazione che il cantautore organizza da dieci anni sull’isola. Espressione che lo stesso Bergoglio usò nell’omelia della messa celebrata a Lampedusa in ricordo dei tanti migranti morti nel Mediterraneo.

Il 17 dicembre 2016, giorno dell’80esimo compleanno di Francesco, Baglioni tenne un concerto di beneficenza nell’Aula Paolo VI in Vaticano, in diretta su Raiuno, in occasione dei 200 anni della Gendarmeria VaticanaAvrai fu il titolo dell’evento, riprendendo un famosissimo brano del cantautore, che ebbe come scopo quello di raccogliere fondi per le vittime del terremoto nel Centro Italia e per l’ospedale di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana dove il Papa un anno prima aveva aperto la prima porta santa del Giubileo straordinario della misericordia.

Nel 2017, inoltre, Francesco non fece mancare la sua benedizione al concerto che Baglioni avrebbe dovuto tenere a Lampedusa e che poi fu sospeso a causa del maltempo. In occasione dell’evento Noi qui, promosso dalla Fondazione O’Scia’ per la Giornata della memoria e dell’accoglienza, in un messaggio il Papa rivolse un “affettuoso saluto” e il “vivo compiacimento” per l’importante iniziativa che intendeva ricordare il naufragio e la morte in mare di 368 persone a largo dell’isola di Lampedusa e testimoniare “l’impegno profuso in questi anni a favore di tanti fratelli e sorelle migranti e rifugiati, alla ricerca di un luogo più sicuro e di una vita più degna”.

Twitter: @FrancescoGrana

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