Attualità

Sanremo 2019, breve storia (pettegola quanto basta) del festival dal 1983 al 2014

l festival della canzone italiana sotto i riflettori e dietro le quinte. Breve storia in due puntate, pettegola quanto basta, dell'odiosamata kermesse

di Roberto Casalini

1997 – Patty Pravo

Si prosegue fra alti e bassi, con molte invenzioni estemporanee a beneficio delle telecamere. C’è l’aspirante suicida in balconata, Anna Falchi pronta a giurare che “Guardo il mare” in finlandese si dice “Cacca merda”, Valeria Marini “oca per contratto”. C’è un nuovo gruppo estemporaneo, La Riserva Indiana, che accompagna Sabina Guzzanti in Troppo sole nel 1995: lo compongono Mario Capanna, Nichi Vendola, David Riondino e Sandro Curzi, non piace neppure a sinistra. Nel 1995 vince la brava Giorgia, buon prodotto sanremese (Come saprei), nel 1996 Ron che saccheggia a mani basse i sonetti di Shakespeare (Vorrei incontrarti fra cent’anni), nel 1997 gli sconosciuti Jalisse (Fiumi di parole) che spariranno subito senza suscitare rimpianti. Il mischione fra giovani e campioni ormai livella il festival verso il chi se ne frega. Si salvano in pochi: Andrea Bocelli che spicca il volo (Con te partirò), il duetto di Morandi con Barbara Cola (In amore, 1995), Carmen Consoli (Confusa e felice, 1996), un tormentone di Nek (Laura non c’è, 1997), l’esilarante La terra dei cachi di Elio e le Storie Tese (1996). E soprattutto l’imprevedibile e ondivaga Patty Pravo, per una volta strepitosa con E dimmi che non vuoi morire (1997), scritta per lei da Vasco Rossi e Gaetano Curreri degli Stadio.

https://www.youtube.com/watch?v=C04p3wY95f8

Sanremo 2019, breve storia (pettegola quanto basta) del festival dal 1983 al 2014 - 4/6
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