Il Parlamento Ue ha riconosciuto Juan Guaidò, presidente dell’Assemblea Nazionale di Caracas, come presidente legittimo ad interim del Venezuela. Con 439 sì, 104 no e 88 astensioni, i deputati nella miniplenaria di Bruxelles hanno dato il via libera a una risoluzione non vincolante, ribadendo il loro pieno sostegno all’Assemblea nazionale, l’unico organo democratico legittimo del Venezuela, i cui poteri devono essere ripristinati e rispettati, comprese le prerogative e la sicurezza dei suoi membri. Il voto, come da previsioni, ha spaccato i partiti italiani: sia Movimento 5 Stelle che Lega si sono astenuti, come (a sorpresa) anche sei eurodeputati del Pd. Il primo ad accusare gli italiani che non hanno votato a favore, è stato il presidente del Parlamento Ue ed esponente di Forza Italia Antonio Tajani: “Spiace che il M5s Europa e la Lega e molti del Pd si siano astenuti, senza schierarsi contro la dittatura di Nicolas Maduro”. Per i 5 stelle ha parlato il vicepresidente M5s Fabio Massimo Castaldo: “Non siamo né pro né contro Maduro, difendiamo i diritti umani”. Poi il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, ha annunciato: “L’Italia non riconosce Guaidò”. Ma il suo collega del Carroccio Guglielmo Picchi ha invece dichiarato: “La Lega considera la presidenza Maduro terminata“.

Mentre è scoppiato un caso dentro il Partito democratico con i renziani che hanno accusato l’ala zingarettiana di aver scelto di astenersi: “E’ inaccettabile”. A replicare è stato il dem Brando Benifei: “Il riconoscimento aggrava il rischio di guerra civile nel Paese e permette al sanguinario autocrate Maduro di dipingere anche l’Unione Europea come attore di parte”. Secondo Benifei “con questa decisione di oggi si è danneggiato il lavoro di mediazione che sta portando avanti l’Alto Rappresentante Federica Mogherini“.

L’Europarlamento ha esortato l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini e gli Stati membri a fare altrettanto fino a quando non saranno indette nuove elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili per ripristinare la democrazia. Mogherini, dal canto suo, ha annunciato che l’Ue ha stabilito un “gruppo di contatto” che “serve ad accompagnare il percorso” attraverso la pressione internazionale “per permettere ai venezuelani di esprimersi in modo democratico e pacifico con nuove elezioni presidenziali”. “La prima riunione si terrà la prossima settimana”, ha detto Mogherini, che ha spiegato di aver parlato dell’iniziativa anche col segretario di Stato Usa Mike Pompeo. L’Alto rappresentante ha dichiarato che la posizione dei Paesi dell’Unione europea sul dossier è “molto unita”, ribadendo “il pieno supporto all’assemblea nazionale, come l’organismo democratico legittimo del Venezuela, ed il più forte sostegno possibile al suo presidente”, ricordando che “le elezioni presidenziali di maggio non avevano legittimità democratica“.

Dopo il riconoscimento del presidente ad interim, l’Ue e i suoi Stati membri dovrebbero riconoscere i rappresentanti nominati dalle autorità legittime, aggiunge il Parlamento europeo. I deputati condannano inoltre la feroce repressione e la violenza, che hanno provocato vittime, e chiedono alle autorità venezuelane de facto di far cessare tutte le violazioni dei diritti umani e far sì che i responsabili siano chiamati a renderne conto. A questo proposito, sostengono la richiesta del Segretario generale delle Nazioni Unite di condurre un’indagine indipendente e completa sulle uccisioni perpetrate. Il Parlamento chiede inoltre all’Alto Rappresentante di impegnarsi con i paesi della regione per creare un gruppo di contatto, come indicato nelle conclusioni del Consiglio del 15 ottobre 2018, che possa mediare fra le parti e raggiungere un accordo sulla richiesta di “elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili sulla base di un calendario comune, di condizioni eque per tutti gli attori coinvolti, della trasparenza e del monitoraggio internazionale“.

Di Stefano(M5s): “L’Italia non riconosce Guaidò”. Picchi: “Per Lega presidenza Maduro terminata” –  “L’Italia non riconosce Guaidò perché siamo totalmente contrari al fatto che un Paese o un insieme di Paesi terzi possano determinare le politiche interne di un altro Paese. Si chiama principio di non ingerenza ed è riconosciuto dalle Nazioni Unite”. Così il sottosegretario agli Esteri Di Stefano (M5s) ha commentato la situazione in un’intervista per il Tg2000, telegiornale di Tv2000. Ma nel frattempo c’è stato il tweet di Picchi: “Maduro? Convochi nuove elezioni autorizzando osservatori indipendenti magari mandando l’Osce ed ad operare fuori teatro. La Lega considera la presidenza Maduro terminata“.

I 5 stelle anche a Bruxelles hanno mantenuto la linea scelta dai colleghi romani. “Gli eurodeputati M5s”, ha detto Castaldo, “sono molto preoccupati dal punto di vista umanitario” per la crisi in Venezuela, “ma crediamo ci debbano essere nuove elezioni, con la massima garanzia di standard democratici e un ruolo forte dell’Ue” per verificarne la correttezza, per “in nessun modo possiamo avallare la volontà di forzare la mano e di avere operazioni militari”. Quindi ha aggiunto: “Ribadiamo la volontà di avere un processo politico e di far prevalere la mediazione e il dialogo: siamo preoccupati che qualche Stato possa tentare di forzare la mano, lanciandosi in avventure militari dal dubbio esito. Per questo, pur condividendo le preoccupazioni dal punto di vista umanitario, abbiamo deciso di restare prudenti e di astenerci. Vogliamo dialogo, mediazione, conciliazione anche in seno all’Onu”. Ma i 5 stelle sono in difesa di Maduro? “No, non siamo né pro Maduro né contro Maduro”, ha concluso Castaldo. “Siamo per la democrazia, i diritti umani, lo Stato di diritto e ribadiamo che siamo per la mediazione. Non vogliamo soluzioni militari, non vogliamo ulteriori interventi, magari finalizzati” a tutelare “interessi inconfessabili”, visto che il Venezuela “è molto ricco di petrolio, non è un Paese come gli altri”.

Nel Pd scoppia il caso: in sei si astengono. I renziani accusano: “E’ l’ala di Zingaretti”
Oltre a Lega e 5 stelle, a sorprendere è stata la scelta di sei democratici di non votare con la maggioranza. “Sul rispetto della democrazia in Venezuela non ci si astiene”, ha detto l’ex segretario Maurizio Martina. Ad astenersi sono stati gli eurodeputati di Lega e M5S. Ma anche alcuni Pd. Secondo quanto riferiscono fonti di area renziana, sarebbero eurodeputati schierati con Nicola Zingaretti. “5 dei 6 eurodeputati dem che si sono astenuti sono zingarettiani. Si tratta di Brando Benifei, Goffredo Bettini, Renata Briano, Andrea Cozzolino e Cecile Kyenge“, sostengono le stesse fonti. Ha scritto su Twitter Lorenzo Guerini: “Sul Venezuela non si possono avere dubbi da che parte stare. Bene il voto dell’europarlamento su riconoscimento Guaidó. M5s e Lega come sempre pericolosamente ambigui. Sbaglia chi, anche tra noi, usa tatticismi. Il Pd non si astiene sulla democrazia e sulla sua difesa”.


Quattro dipendenti della Efe arrestati. Poi espulsi dal Paese – Quattro dipendenti dell’agenzia spagnola di notizie Efe sono stati arrestati dai servizi di sicurezza venezuelani a Caracas, dove coprivano la crisi politica in Venezuela, e tanto il sindacato dei lavoratori della testata come il governo spagnolo hanno chiesto la loro immediata liberazione. Il gruppo è stato poi liberato e cacciato dal Paese per essere poi trasferito in Colombia. Si trattava di due giornalisti – lo spagnolo Gonzalo Dominguez Loeda e la colombiana Mauren Barriga Vargas – il fotoreporter colombiano Leonardo Muñoz e l’autista venezuelano José Salas. Secondo fonti della Efe a Caracas, agenti del Servizio bolivariano di intelligence (Sebin) si sono presentati il 30 gennaio sera negli uffici della agenzia per arrestare i due giornalisti e hanno detto che il fotoreporter era stato arrestato dalla Direzione militare di controspionaggio (Dgcim). Per la loro liberazione si è mosso il governo spagnolo. Le autorità venezuelane hanno già fermato due giornalisti di TV locali -liberati dopo una notte di interrogatori nel Palazzo di Miraflores, sede della presidenza- due giornalisti televisivi cileni, deportati ieri verso Santiago, e due giornalisti di un programma tv francese, di cui si ignora quale sia la situazione attuale. Sono stati invece liberati i due giornalisti francesi arrestati nelle scorse ore. “Felici di annunciare che Baptiste des Monstiers e Pierre Caillé sono stati liberati e faranno presto ritorno a Parigi”, ha reso noto su Twitter l’account di Quotidien, la trasmissione televisiva di Tmc per la quale lavorano i due giornalisti.

Il ministro venezuelano degli Esteri, Jorge Arreaza, ha giustificato l’arresto e l’espulsione di giornalisti stranieri dal suo Paese, sostenendo che non erano regolarmente accreditati per svolgere il loro lavoro a Caracas. “Alcuni giornalisti stranieri sono entrati nel nostro paese in modo irregolare, senza aver richiesto in precedenza il rispettivo permesso di lavoro nei nostri consolati” ha scritto Arreaza su Twitter, aggiungendo che “alcuni hanno cercato di entrare nel Palazzo Presidenziale senza accredito”. Il capo della diplomazia venezuelana ha spiegato che, “come in qualsiasi altro paese del mondo, i giornalisti non possono auto attribuirsi un accredito” e dunque “i media e le agenzie internazionali sanno che per evitare inconvenienti inutili, devono completare le pratiche indispensabili nei nostri consolati, prima di viaggiare al nostro paese”.

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