Di Maio ieri ha avuto una scivolata, ha sbagliato nel chiedere conto in tv di una cosa che aveva tutto il diritto di pretendere da vicepremier in un vertice di governo. Ha sbagliato, l’ha fatto male e penso si sia già pentito. Annunciare di volersi rivolgere alla procura quando si è uno dei massimi esponenti dell’esecutivo dà il senso della sua inadeguatezza“. Così, ai microfoni di “Ho scelto Cusano” (Radio Cusano Campus), il deputato Pd, Francesco Boccia, commenta la denuncia del vicepresidente del Consiglio a Porta a Porta. E aggiunge: “Tuttavia, il problema non mi pare che sia Di Maio, ma di chi ha scritto quelle cose, di chi ha provato a sanare anche penalmente la condizione di evasori a cui si sta dando un’opportunità. Questa non era la cosa che era stata annunciata, e cioè la possibilità di dare alla povera gente in difficoltà più tempo per pagare, altrimenti avrebbero allungato i tempi della rottamazione delle cartelle, ad esempio a 5 anni. Certo, l’ideale sarebbe far pagare le cartelle agli italiani in 76 anni, come è accaduto alla Lega. Qui stiamo parlando di altro” – continua – “stiamo consentendo a una parte del Paese di sanare 100mila euro l’anno, io non conosco molte persone che hanno dimenticato di dichiarare 100mila euro l’anno per un certo numero di anni. Ho la sensazione che le conoscano soprattutto i leghisti. E’ chiaro che quella norma sia stata inserita dalla Lega, bisogna chiedersi chi della Lega l’abbia inserita e che rispondano al Paese di questo compromesso al ribasso che di fatto era stato fatto in Consiglio dei ministri. Se Di Maio lo rinnega, bene, è una buona notizia, però ho la sensazione che oggi tutti si stiano appassionando alla ricerca di una manina che non c’è“.
Boccia puntualizza: “Quella norma era stata messa lì o dal M5S o dalla Lega, io immagino che sia stata inserita dalla Lega. Di Maio ha provato a buttarla in caciara, ma gli è ritornata addosso. E’ stato un modo maldestro e lui ne esce abbastanza ridimensionato. Lui è vicepresidente del Consiglio, ha il potere per pretendere chiarezza, non fa l’assistente o il borsista di un consigliere. La smentita del Quirinale ieri sera dà il senso della condizione in cui è il governo”. E osserva: “Che questo governo si faccia aiutare, perché così rischia di portarci tutti a sbattere contro un muro e pure su motivazioni che non sono nobili. Francamente aprire una discussione nel Paese su alcune decine di migliaia di evasori che volevano farla franca anche sul piano penale la trovo una cosa di bassissimo livello e che scredita tutto il Paese. Le norme non arrivano per opera dello Spirito Santo. Se quindi Di Maio” – prosegue – “dice che il M5s non voterà quella norma, allora vuol dire che quella norma c’è e l’ha messa la Lega. Loro accusano i tecnici? Ma per cortesia. Se la norma l’ha inserita la Lega, come credo, c’è un problema serio. La Lega non ha smentito, non ho sentito Giorgetti, Salvini, i vertici leghisti. Stanno in silenzio perché si vergognano di quello che è accaduto. Con grande chiarezza Di Maio dica che non può stare più al governo con la Lega, questo è il nodo. Stanno venendo fuori tutte le contraddizioni di un ogm politico, che è il matrimonio tra Lega e M5s“.
Il candidato alla segreteria del Pd si dice comunque pronto a tendere la mano a Di Maio e al M5s: “Si sa come la penso. Io continuo a ritenere che, nonostante gli scivoloni di Di Maio e l’evidente inadeguatezza di alcuni membri del governo, primo fra tutti Toninelli che sta passando alla storia per la sua incompetenza e incapacità, io penso ancora oggi che un pezzo consistente dell’elettorato e del gruppo dirigente 5 Stelle vorrebbe confrontarsi e allearsi con chi ha la stessa visione della società. Ad esempio sul no al condono credo che l’elettorato del Pd e del M5s la pensino allo stesso modo. Ma di questo ne parlerò al Congresso”.

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