“Il Def a prima vista sembra costituire una deviazione significativa dal percorso di bilancio indicato dal Consiglio Ue il che è motivo di seria preoccupazione“. Lo scrivono il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e il titolare agli Affari economici Pierre Moscovici nella lettera di risposta inviata al ministro dell’Economia Giovanni Tria dopo la presentazione della nota di aggiornamento del Def. “Chiediamo alle autorità italiane di assicurare che il documento programmatico di bilancio sia rispettoso delle regole fiscali comuni e aspettiamo di vedere i dettagli delle misure che potrà contenere. Nel frattempo, come negli anni e nei mesi scorsi, restiamo aperti ad un dialogo costruttivo, aggiungono Dombrovskis e Moscovici, auspicando dunque che i contenuti delineati nella nota siano modificati nella legge di Bilancio che va inviata a Bruxelles entro il 15 ottobre.
Nella nota al Def il deficit strutturale, cioè la misura macro economica su cui l’Ue misura i miglioramenti dei conti pubblici dei Paesi, è previsto in peggioramento il prossimo anno di 0,8 punti percentuali passando dallo 0,9% di quest’anno all’1,7%. Le regole europee richiedevano invece un aggiustamento strutturale dello 0,6%, da assicurare tenendo sotto lo 0,1% il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta. La seria deviazione, per la Ue, indica che il debito non scende al ritmo concordato e che quindi l’Italia non sta rispettando gli impegni presi. E le misure pro-crescita descritte dal ministro nella sua lettera non bastano a rassicurare.
“Anche se in attesa del progetto di legge di bilancio”, annotano dunque Dombrovskis e Moscovici, “prendiamo nota delle intenzioni del governo nell’aggiornamento del Def di rivedere i suoi obiettivi di bilancio per il 2019-2020 (puntando a un deficit nominale rispettivamente del 2,4%, 2,1% e 1,8% di Pil) e di deviare dalla convergenza precedentemente annunciata verso l’obiettivo di medio termine (Mto) dell’Italia di un pareggio di bilancio in termini strutturali. Secondo le proiezioni dello stesso governo, i nuovi obiettivi corrisponderebbero a un deterioramento strutturale dello 0,8% di Pil nel 2019 e a un saldo strutturale stabile nel 2020-2021″.
“Le raccomandazioni rivolte all’Italia” sulla base delle regole previste dal patto di Stabilità, ricorda la missiva, erano state convalidate unanimemente dal Consiglio europeo del 28 giugno del 2018 e adottate dall’Ecofin del 13 luglio 2018 anche dall’Italia. Il riferimento è al fatto che il via libera alle raccomandazioni all’Italia è stato dato anche dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al vertice di fine giugno, e dallo stesso ministro dell’Economia, all’Ecofin del mese successivo.
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