Il governo ha ottenuto la fiducia della Camera sul decreto legge Milleproroghe con 329 voti a favore, 220 contrari e quattro astenuti. E’ la prima volta che l’esecutivo gialloverde guidato da Giuseppe Conte pone la questione di fiducia su un provvedimento. I sì sono stati 21 in meno rispetto a quelli ottenuti il 6 giugno in occasione dell’insediamento. Allora l’esecutivo incassò 350 voti a favore, 236 contrari e 35 astenuti. Tra gli assenti nella maggioranza, 12 erano in missione, e quindi giustificati (10 di M5s e 2 della Lega): si tratta di ministri o sottosegretari. Si registrano tuttavia anche sette assenze ingiustificate, cinque di M5s (Cabras, Corneli e la no vax Cunial) e due della Lega (Bazzaro e Covolo). Tra i sì non provenienti dai gruppi di Lega e M5s, si registrano quelli degli ex pentastellati (Caiata, Cecconi, Tasso e Vitiello). Non ha invece partecipato al voto Silvia Benedetti, l’altra eletta nelle liste di M5s e cacciata dal Movimento.
Il testo, in scadenza il prossimo 23 settembre, deve tornare in Senato per essere approvato definitivamente, dopo aver ricevuto già a inizio agosto il via libera dall’aula di Palazzo Madama. Per Pd, Forza Italia e Fratelli d’Italia la fiducia è illegittima perché autorizzata dal consiglio dei ministri dello scorso 24 luglio, un giorno prima che il decreto fosse pubblicato in Gazzetta ufficiale.
Il milleproroghe contiene, tra le altre cose, la proroga dell’autocertificazione sulle vaccinazioni per l’iscrizione alla scuola primaria dei bambini da 0 a 6 anni non vaccinati e un taglio di 1,1 miliardi ai fondi per le periferie su cui il governo nei giorni scorsi ha però trovato un’intesa con l’Anci impegnandosi a ripristinare le risorse spalmandole su un triennio.
Ci sono poi norme riguardanti le banche di credito cooperativo e le popolari. Per quanto riguarda le Bcc, viene allungato a 180 giorni da 90 il termine concesso per aderire alle tre holding Iccrea, Cassa centrale Banca e Raiffeisen. Il decreto fissa inoltre al 31 dicembre il termine per la trasformazione in Spa di Popolare Bari e Popolare Sondrio.
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