Ho visto in un video che cosa succede a coloro che sono mandati indietro e che sono ripresi dai trafficanti – ha detto ai cronisti sul volo di ritorno dal suo viaggio in Irlanda – Mandarli indietro? Ci si deve pensare bene, bene, bene”. Papa Francesco ha voluto visionare alcuni filmati delle torture che avvengono nei centri di detenzione in cui vengono rinchiusi i migranti in Libia, di cui il quotidiano Avvenire pubblica alcune foto.

“Uomini legati per i piedi, grondanti di sangue, umiliati, picchiati e torturati con tecniche inimmaginabili per il pensiero – si legge nell’articolo del quotidiano della Conferenza episcopale italiana – Le urla, la disperazione e la richiesta di aiuto, mentre gli aguzzini inveiscono su corpi inermi. A immortalare le spaventose crudeltà alcuni video che il Papa ha voluto vedere, in silenzio, per poi arrivare a dire che la Libia non è affatto un “porto sicuro“, prosegue Avvenire, che racconta come Bergoglio abbia voluto visionare più di un video.

Il chiaro riferimento è all’accordo patrocinato dall’allora ministro dell’Interno Marco Minniti e firmato a Tripoli il 2 febbraio 2017 dall’ex premier Paolo Gentiloni,. Il memorandum impegnava Roma ad addestrare e a fornire motovedette e appoggio logistico alla cosiddetta “Guardia costiera libica“, che in cambio avrebbe fermato in mare i barconi diretti verso l’Italia per riportare i migranti in territorio libico. Un accordo che ha avuto come risultato la riduzione dell’80% dei flussi migratori lungo la rotta del Mediterraneo centrale.

Il Corriere della Sera, che ha scelto di pubblicare un filmato, mostra altri orrori dei lager libici. Torturatori che si accaniscono sui ragazzi facendo colare plastica sciolta sulle loro schiene nude, mentre urlano: “Oggi vi ammazziamo tutti”. Alcuni giovani sudanesi urlano il loro nome, quello dei loro parenti e invocano pietà.

Immagini che potrebbero aver convinto a intercedere presso il governo di Dublino affinché quest’ultimo accettasse di accogliere una parte dei migranti bloccati per giorni sulla nave Diciotti della Guardia costiera italiana su ordine del ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Io non ho messo lo zampino”, “lo zampino lo mette il diavolo”, ha tenuto a specificare scherzando il pontefice in aereo con i giornalisti parlando dell’impegno assunto dalla Chiesa italiana, che da par suo ha accettato di accogliere 100 di quelle persone. “Vanno a Mondo Migliore, a Rocca di Papa, saranno accolti lì, – aveva spiegato lo stesso Francesco – cominceranno a imparare la lingua e ad essere migranti integrati”.

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