Il 29 maggio del 2008, il Parlamento approvò il decreto legge n.59 dell’8 aprile 2008, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee”. Il dl, approvato inizialmente dal governo Prodi, venne modificato con una serie di emendamenti dalla nuova maggioranza nata dalle elezioni del 13-14 aprile dello stesso anno. Tra gli emendamenti, quello all’articolo 8 sulle concessioni autostradali. Il voto incassò 282 sì, sostenuto da Pdl, Lega e Gruppo Misto, e 225 no (Pd, Udc e Idv). Antonio Di Pietro parlò di “pedaggio selvaggio”, mentre Antonello Soro (Pd) di “sanatoria approssimativa, una forma aberrante di delega del Parlamento alle società concessionarie perché possano riempire le pagine di un contratto, fissando i contenuti della concessione in evidente contrasto con gli interessi dell’Amministrazione dello Stato”.§
Il caso di quella votazione è stato sollevato da Debora Serracchiani, secondo cui quella legge diede “condizioni molto favorevole ad Autostrade per l’Italia“. Matteo Salvini fu tra i 50 deputati della Lega a esprimere il proprio favore al provvedimento.

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Giorgetti (Lega): “Così Parlamento appare inutile, meglio una sola Camera ed elezione diretta del Capo dello Stato”

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Salva Benetton, l’aumento delle tariffe e i record in Borsa: ecco cosa ha dato Salvini ad Autostrade col suo sì al decreto

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