Un accordo nel governo che conferma che la compatibilità tra “gli obiettivi di bilancio” e “l’avvio delle riforme”. Flat tax e redditto di cittadinanza, introdotte gradualmente, sono conciliabili con il quadro dei conti pubblici e muoveranno i primi passi già nel 2019. È questo, nelle parole del ministro del Tesoro Giovanni Tria, l’esito del vertice sui contenuti della manovra tenutosi venerdì mattina a Palazzo Chigi. Un primo incontro in cui il premier Giuseppe Conte ha chiesto ai suoi ministri di mettere in fila le priorità per spingere su una crescita che deve diventare “più robusta e stabile”. Dagli investitori arrivino i segnali di un rischio crescente percepito proprio in vista dalla legge di Bilancio. Ma il titolare del Mef esprime comunque “soddisfazione” e l’esecutivo non è intenzionato a cambiare piani, come conferma Matteo Salvini in un video su Facebook: “Questo è il governo del cambiamento, non ha paura di due rimbrotti e minacce che arrivano da qualche parte”. “Non mi interessa se qualcuno all’estero dice che non si può fare, si dovrà fare“, ha poi rimarcato.

Intanto i titoli di Stato italiani tornano nel mirino dei mercati. Il differenziale di rendimento (spread) tra i Btp e i Bund tedeschi venerdì mattina si è allargato fino a 270 punti prima di ripiegare intorno ai 250. E’ un livello che non era stato più raggiunto dall’inizio di giugno e che fa temere nuove fiammate dopo quelle registrate nei giorni della formazione del governo Conte. Il tasso del decennale italiano ha toccato il 3,1% ed è salita anche la pressione anche sui Btp a breve scadenza, con il tasso del titolo a due anni che ha segnato un rialzo di 29 punti base salendo all’1,27% per poi ripiegare attorno all’1,15%.

Sui contenuti della manovra si è tenuto l’incontro tra il premier Conte, il vicepremier Luigi Di Maio e Giancarlo Giorletti a sostituire Salvini, Tria e il ministro per gli Affari Ue Paolo Savona sui contenuti della manovra. Al termine, Tria ha appunto espresso “soddisfazione per l’accordo sulle linee del quadro programmatico proposte, che confermano la compatibilità tra gli obiettivi di bilancio già illustrati in Parlamento e l’avvio delle riforme contenute nel programma di governo in tema di flat tax e reddito di cittadinanza”. E per rendere l’Italia “più competitiva sul mercato globale” bisogna iniziare subito ad attuare i due capisaldi del contratto di governo, entro i paletti già indicati più volte dal ministro dell’Economia: il debito deve comunque continuare a scendere e il deficit strutturale non deve peggiorare.

La strada è stretta visti gli ultimi dati sulla crescita che rallenta, riducendo i margini di manovra dell’esecutivo, e sull’aumento della disoccupazione nel mese di giugno, quando i contratti precari hanno fatto segnare un nuovo record. In cima alla lista degli impegni già presi c’è poi quello di non lasciare aumentare l’Iva: la sterilizzazione vale, da sola, 12,4 miliardi. Ci sarà da fare fronte poi alle cosiddette spese indifferibili che valgono all’incirca 3 miliardi e mezzo e anche al rialzo dei tassi di interesse, che secondo primi calcoli potrebbe valere sul prossimo anno 3,7 miliardi aggiuntivi. Così il conto raggiunge già i 20 miliardi senza contare l’impatto sul deficit della minor crescita attesa, stimato in 2,5 miliardi.

Poi ci sono le misure “bandiera” di M5s e Lega. Sul reddito di cittadinanza “la proposta di legge è pronta”, ha detto l’esponente Cinque stelle. Per quanto riguarda la flat tax l’idea è quella di partire dalle partite Iva, innalzando la soglia di fatturato per il forfait già previsto al 15%. Costo della misura, un miliardo. Per gli asili nido, se avrà successo la proposta avanzata da Di Maio di “coprire per intero i costi” il governo dovrebbe trovare altre le risorse. La retta media pagata dalle famiglie, secondo un report recente di Cittadinanzattiva, si aggira attorno ai 300 euro. Le strutture, oltre 13mila di cui 6 su 10 private, secondo dati Istat riferiti al 2014-15, coprono un quarto del bacino potenziale con i posti attualmente disponibili (oltre 350mila). E i Comuni al momento spendono per quelli pubblici circa 1 miliardo e mezzo mentre la quota a carico delle famiglie è salita oltre il 20%, circa altri 300 milioni.

Per trovare le copertura la dialettica con l’Ue sarà decisiva. Il tendenziale rivisto al ribasso del pil potrebbe spingere Bruxelles ad allentare i cordoni della borsa del deficit/Pil, concedendo margini di uno 0,6% in più rispetto all’obiettivo dello 0,8% segnato nel Def di Gentiloni e Padoan. Intanto sul tavolo di Conte, in queste ore, è approdato il dossier di Consob sulla presunta incompatibilità del presidente Mario Nava. Dossier sul quale il presidente del Consiglio dovrà fare un’approfondita valutazione. L’impressione è che M5S e Lega puntino al cambio dei vertici. Due giorni fa il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, rispondendo in commissione Finanze della Camera alle interrogazioni di M5s e Leu, aveva spiegato che il Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva chiesto all’authority di vigilanza sui mercati notizie sul procedimento di verifica delle incompatibilità. Nava ha infatti mantenuto il suo incarico presso la Commissione europea con la formula del ‘distacco‘ triennale anche se l’incarico alla guida di Consob dura sette anni.

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