Nuova inchiesta su Flavio Carboni, 86 anni, l’uomo d’affari con interessi in Sardegna condannato per il crac del Banco Ambrosiano e nel marzo scorso, in primo grado, per il caso P3Il faccendiere è indagato insieme alla moglie Antonella Pau e ad altre nove persone tra le quali il figlio Diego Carboni per associazione a delinquere finalizzata al trasferimento fraudolento di valori.

Le indagini coordinate dalla Dda di Cagliari e condotte dal Nucleo di polizia economica e finanziaria della Guardia di finanza del Capoluogo sardo, sono partite nel 2016 e hanno consentito di ricostruire come Carboni, la Pau, Lorenzo Dimartino e Maria Laura Scanu Concas, più una quinta persona deceduta, dal 2009 al 2016 abbiano intestato a prestanome auto, polizze assicurative e quote societarie per schermare la provenienza del denaro riconducibile allo stesso Carboni. Secondo gli inquirenti il denaro investito avrebbe un’origine illecita. Il pm della Dda di Cagliari Guido Pani ha chiuso le indagini e inviato gli avvisi di conclusione agli indagati.

In almeno tre casi gli indagati avrebbero aperto società, due delle quali nel Regno Unito con capitale sociale da 10 milioni di sterline. Tra le alte c’è una società all’avanguardia nelle nanotecnologie in grafene e di una seconda che poi ha rilevato la prima. In particolare, secondo gli investigatori, a maggio del 2014 Flavio Carboni e Lorenzo Dimartino costituiscono a Londra la Exagon Housing System ltd, che a giugno del 2015 cambia nome e diventa Exagon Graphene System Ltd e sette mesi dopo Worlwide Graphene Limited. A marzo del 2015  Carboni, il figlio Diego, Dimartino e Concas Scanu costituiscono una seconda società, la Gracom Ltd, che il 17 luglio dello stesso anno viene rilevata dalla Worlwide Graphene Limited.

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