L’Unione Europea deve avere “una maggiore ambizione” sul taglio delle emissioni di auto e furgoni l’Ue, perché “dobbiamo raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi“. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, nel corso del Consiglio ambiente Ue in Lussemburgo, è intervenuto sulla proposta della Commissione europea di ridurre le emissioni di van e auto. E ha ricordato che il taglio al 15% previsto “dalla Commissione al 2025 deve essere vincolante, con un ulteriore incremento al 2028 e obiettivo al 40% al 2030″. Costa ha anche proposto di eliminare il sistema dei crediti ai produttori “che alla lunga incentiva a inquinare” e parlando ai giornalisti al termine dell’incontro ha proposto di “vietare bottiglie e contenitori di plastica negli edifici pubblici“.

Emissioni e smog – Oltre a insistere sull’obiettivo della riduzione delle emissioni, Costa vuole affrontare il problema dell’inquinamento con lo sblocco di “un fondo a rotazione dalla Cassa depositi e prestiti per acquistare autobus elettrici e dotarli delle necessarie infrastrutture di rifornimento” per ridurre lo smog nelle aree del Paese dove il problema è più sentito. Per il problema dell’inquinamento dell’aria, l’Italia e altri Paesi europei sono stati deferiti in Corte di giustizia Ue. Dare i veicoli elettrici alle “città che ne hanno più bisogno – ha detto Costa parlando con i giornalisti a margine del Consiglio in Lussemburgo – sarebbe un passo concreto” anche per “cominciare a fermare la procedura di infrazione dimostrando con i fatti che si è iniziato un percorso”.

“No alla plastica negli edifici pubblici” – Al termine del Consiglio Ue, parlando con i giornalisti, il ministro dell’Ambiente ha proposto il divieto della plastica all’interno degli edifici pubblici. “Dobbiamo liberarci del mono-uso e dell’usa e getta e credo che le istituzioni siano le prime a dover dare il buon esempio”, ha spiegato. Nel suo intervento nel dibattito sulla nuova direttiva acqua potabile, Costa aveva anche sottolineato che è “essenziale che l’Ue garantisca il diritto all’acqua potabile e l’accesso all’acqua a tutti” in quanto “bene comune“. Perché la fornitura e la gestione delle risorse idriche non devono essere soggette alle logiche del mercato unico e i servizi idrici devono essere esclusi da qualsiasi liberalizzazione”.

Costa è intervenuto nell’ambito del dibattito avviato dal Consiglio Ue sulla revisione della direttiva acque potabili, a partire dalla proposta presentata dalla Commissione europea il primo febbraio scorso. La bozza legislativa ha l’obiettivo di rendere l’acqua del rubinetto più sicura e accessibile, e i cittadini più informati e consapevoli. Aumentando la qualità dell’acqua di rubinetto, è il ragionamento, si ridurranno i consumi di quella in bottiglia e i rifiuti in plastica. Per rendere più fluido il mercato interno, però, la Commissione propone anche che i requisiti minimi di sicurezza e igiene dei materiali a contatto con l’acqua non siano stabiliti nella direttiva in discussione, ma nel regolamento sui materiali da costruzione. Ipotesi che è stata respinta da un gran numero di delegazioni, Italia compresa.

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