Ha detto di voler “fare la pace con il fisco“, ha presentato una memoria scritta, ha ricordato di aver effettuato un ravvedimento operoso versando 3,7 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate per un primo gruppo di fatture false e ha promesso di farne un altro riguardo ad altre fatture (per tre milioni) emerse nell’inchiesta che mercoledì scorso lo ha portato agli arresti domiciliari. Nell’interrogatorio di garanzia avvenuto oggi a Firenze, però, Luigi Dagostino (assistito dal suo legale Alessandro Traversi) a un certo punto è rimasto spiazzato. È successo quando il pm Christine von Borries ha svelato prove finora ignote e che potrebbero portare a nuovi sviluppi investigativi nei prossimi tempi. Secondo Repubblica Firenze, il colpo di scena potrebbe essere legato ai risultati di recenti intercettazioni da cui – è quanto scrive il gip fiorentino Fabio Frangini nell’ordinanza di custodia cautelare – si evidenzia “un notevole fermento di attività” per aggirare l’attività degli inquirenti.

In attesa di sviluppi, ci sono due certezze: Luigi Dagostino, che ha risposto a tutte le domande del giudice, resta ai domiciliari. Il suo avvocato, inoltre, ha presentato un’istanza per permettere al suo assistito di continuare le attività, almeno per l’ordinaria amministrazione, nelle 14 aziende di cui risulta o amministratore o liquidatore. A leggere le agenzie di stampa, il re degli outlet dal canto suo si è detto pentito riguardo a certe accuse che gli sono state contestate e ha presentato una memoria scritta in cui ha ripercorso le attività delle sue 14 aziende. L’imprenditore ha sottolineato di essere uno dei primi contribuenti del fisco in Toscana per imposte versate ed ha detto che era sua intenzione sistemare la questione fiscale, sottolineando che è di importo economico inferiore rispetto al giro d’affari delle sue 14 società e che l’arresto avrebbe interrotto il suo progetto di risanamento fiscale. Nel frattempo Christine von Borries ha interrogato il commercialista di Dagostino, Federico Ariano.

Quella che ha portato all’arresto di Dagostino non è l’unica inchiesta in cui è coinvolto l’ex socio di Tiziano Renzi e di Laura Bovoli. Insieme ai genitori dell’ex premier Matteo Renzi, infatti, il 4 settembre prossimo comparirà davanti al gup di Firenze Silvia Romeo per la richiesta di rinvio a giudizio che la procura ha formulato nei loro confronti per emissione di fatture false da parte di loro società. Le fatture, due, da 20mila e 140mila euro più l’Iva, avrebbero riguardato studi di fattibilità incaricati da Tramor srl, società di gestione dell’outlet della moda The Mall di Reggello (di cui Dagostino è stato lo sviluppatore più importante), alle società dei Renzi, Party ed Eventi 6 nel 2015. Ma secondo i pm Luca Turco e Christine von Borries tali ‘operazioni’ risultano inesistenti. Nell’udienza di settembre Luigi Dagostino deve rispondere, in più rispetto ai Renzi, anche di truffa. All’epoca dei fatti, Dagostino era amministratore della Tramor.

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